CHILOMETRO VERO?
di Enzo Costa
Lo so, e lo apprezzo, che il chilometro zero è un modo per opporsi all’omologazione del gusto, all’impero arrogante delle multinazionali alimentari. Eppure certo integralismo del prodotto sotto casa mi fa dubitare: ma l’idea di mercato, oltre ai guasti notori, non ha anche significato, nella storia, “viaggio”, “distanze colmate”, “incontro”, “civiltà”? E se gli alimenti stanziali riducono l’inquinamento da traffico, chi va in auto a comprare la rapa local, non inquina? Il futuro sono market-farmer per soli condòmini? Repubblica Genova 07/05/2014 tutti i diritti riservati
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