Senza voler esagerare: una città non proprio in forma, fresca di fango e di rabbia, con la vecchia industria che annaspa, l’hi-tech non avvistato in collina, una banca quasi sbancata, il trasporto pubblico con i conti bucati, una discarica colma di rifiuti di progetti sui rifiuti, e via declinando. Ecco: con una città bellissima, per carità, ma conciata così, due squadre di calcio ai vertici della A. Il primo sociologo della domenica che insiste a parlarmi del pallone come specchio della società, lo butto nella suddetta discarica.