That's entertainment?
di Enzo Costa
Le società calcistiche? Anticaglie da rottamare, residuati bellici (anzi, footbalici), deleteri retaggi di un'era preistorica: "Intendiamo presentarci in Borsa come la prima vera entertainment company italiana": così parlò su Repubblica [luglio 2001] l'amministratore delegato juventino Giraudo, o se preferite il primo entertainer pallonaro della storia dell'umanità, che nei suoi freschi panni spettacolari si accinge - riferisce sempre il quotidiano di piazza Indipendenza - a riconvertire radicalmente il centro sportivo di Vinovo: al posto dell'antico galoppatoio, una fantascientifica megacittadella bianconera di 300000 (leggasi trecentomila) metri quadrati dotata - oltreché del vecchio che persiste (campi d'allenamento e spogliatoi) - del nuovo che avanza: supermercati, cinema e via esagerando all'insegna dello strettamente superfluo. Inevitabile, negli alfieri degli effetti speciali aziendali che sanno tanto del vecchissimo "panem et circenses" imbellettato da uno stuolo di creativi e pierre, il ricorso all'inglese più o meno maccheronico: dai "Tax day", "Security day" e "Sport day" di forzitaliota memoria, eccoci approdati all'"entertainment company" di juventino conio. Indubbiamente, rispetto a "società calcistica" fa tutto un altro effetto. Vuoi per la naturale musicalità dell'idioma albionico, vuoi per gli scenari da Broadway che una simile, suggestiva denominazione evoca. "Ladies and gentlemen, ecco a voi l'Entertainment company!": pare già di vedere Moggi in frac e cilindro (è o non è un illusionista alla mago Casanova, pardon, alla David Copperfield?), Bettega e Lippi con le chiome canute tempestate di paillettes, Giraudo che si esibisce nel suo numero di successo: defenestrare Ancelotti con la sublime eleganza di Fred Astaire che balla il tiptap.
Fred Giraudo nel numero dei salti mortali per spiegare i conti in rosso 2004 della Juventus
E poi, le famose sinergie aziendali: cosa mai può aprire una società (ops, scusate, m'è scappato) che opera nel ramo della pelota? Nuove scuole calcio? Vivai più efficienti? Un centro di formazione professionale per il dopo-carriera dei suoi tesserati? Macché: supermercati e sale cinematografiche. Per ora. Poi magari anche aquafan, boutique del tatuaggio, beauty-center, saune, discoteche e rosticcerie. Ma che c'azzecca col pallone? Un emerito tubo. Però fa "entertainment". E' come se una catena di hard discount, per allargare la clientela, fondasse una squadra di hockey su prato. Ci avete fatto caso? Da quando hanno deciso che il calcio è uno spettacolo, lo spettacolo è penoso, i biglietti sempre più cari, e come se non bastasse chi mette in scena lo show nel nome del business spesso e volentieri è sull'orlo della bancarotta. Buon divertimento. That's entertainment?
Il numero più celebre dell'entertainer Moggi: le palle
da Kataweb Sport "CON TRASPORTO" 23/7/01 tutti i diritti riservati |
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