Emilio Fede che, dopo aver dipinto dalla Annunziata la sala del bunga bunga come un’innocente location per le festicciole dei figli di Papi, innesta una farfugliante retromarcia. Carlo Rossella che, udito Lerner parlare dell’importante bunga bunga che avrebbe impedito a Papi di recarsi ai funerali di un alpino morto in Afghanistan, invia questa rettifica: in effetti quella sera era ospite del Premier con Fede, ma non se ne andò alle due e mezza bensì all’una meno un quarto (morigerato!), come da ricevuta dell’autonoleggio (pignolo!). Gli amici si vedono nel momento del bisogno, ma qui sono loro ad aver bisogno di un ansiolitico che li preservi da precisazioni affannate inguaianti l’Amico. Manca solo che Lele Mora giuri di passare da anni le notti a studiare Kant in solitaria, e che Apicella fornisca il suo alibi: ad Arcore c’era un suo sosia; lui, la sera, duetta con Uto Ughi. l'Unità 07/02/11 Tutti i diritti riservati |