A me,
affascina Capezzone. E non solo per quel suo sguardo diritto in camera, quando
l’intervistatore gli sta accanto, della serie “fatemi fissare negli occhi il
mio pubblico”, a metà tra l’irresistibile George Clooney di “Nespresso, what
else?” e l’ammiccante Pino D’Angiò d’antan di “Che idea”.
Certo, nemmeno il miglior Pecoraro Scanio è mai riuscito ad eguagliarlo nel non
guardare in faccia l’interlocutore microfonato in piedi al suo fianco, per
contemplare con espressione concupiscente la lucina rossa dell’obiettivo e – al
di là di essa – l’elettore teleutente stravaccato in poltrona. Ma il fascino
segreto di Capezzone sta anche e soprattutto in altro: e non mi riferisco
nemmeno al suo tormentatissimo rapporto con Pannella (quello, per ogni
radicale, è più normale di una malattia esantematica), né alle sue passate performances
spettacolari (la militanza nel club parlamentare dei “volenterosi”) e politiche
(i suoi memorabili interventi a Markette di Chiambretti e al Processo
di Biscardi). Peculiarità degne di attenzione, ma non così straordinarie come
l’elemento che conferisce all’ottimo Daniele il segno unico del carisma: lo
definirei “laicità soprannaturale”, e passo subito ad illustrarne i tratti
mediante un breve excursus storico. Lo ricorderete: il Nostro, nella
passata legislatura, era stato eletto per la Rosa nel pugno, nel
centrosinistra. Collocazione, va detto, per lui fonte di non poche angustie, in
special modo di natura economica: comprensibile che la sua formazione liberale
non lo ponesse in sintonia con le parole d’ordine di un Diliberto o di un
Giordano. Ma talmente ampio era lo spettro programmatico-ideologico dell’Unione
che il carismatico Capezzone – distante dai piani quinquennali della galassia
comunista – poteva trovare conforto dalla vicinanza alle liberalizzazioni di
Bersani ed alle invocazioni al mercato della Lanzillotta. Su un punto solo il
carismatico Capezzone non transigeva: i temi etici. I diritti civili delle
minoranze. La lotta contro fondamentalismi nostrani, morali di Stato e
moralisti di partito. Materie sulle quali il carismatico Capezzone dava il
meglio di sé, sfoderando passione, energia e vivacità dialettica. Arma,
quest’ultima, da lui impugnata con somma bravura, per esempio ricorrendo ad un
epiteto standard con cui bollava efficacemente ogni crociato politico della
fede cattolica: “Talebano!”. “Talebano” era ovviamente anche chi – nel
centrosinistra – avversava o non avallava i (per lui comunque troppo timidi)
Dico (dalla Binetti ad altri teodem esentati dal cilicio), o non si prodigava
abbastanza per fronteggiare l’offensiva vaticana su procreazione assistita,
testamento biologico e via aspergendo d’incenso le leggi italiane. Ma –
altrettanto ovviamente – “Talebano”, per il carismatico Capezzone, era
soprattutto ogni esponente del centrodestra, giacché quell’alleanza vibrava (e
vibra) di un’adesione mistico-politica ai dogmi ed alle ingerenze d’oltre
Tevere. Il “Talebano!” scagliato dal carismatico Capezzone contro Giovanardi, i
padani devoti, gli aennini devotissimi e qualsivoglia berlusconide incline –
come il suo Leader – a venerare la Cei benedicendo qualsivoglia Family Day,
risuonava potente nell’etere, inchiodando il trafitto di turno al proprio strumentale
baciapilismo. Bene,
nemmeno un paio d’anni dopo, finisco zappinando su di un tg e chi ti ritrovo?
Il carismatico Capezzone, qualificato dall’impressionante scritta in
sovrimpressione come “Portavoce di Forza Italia”, che – fissando contrattualmente
la telecamera – rinfaccia a Veltroni la gravissima colpa di alleanza politica
con Prodi e Visco. D’accordo, come scrivevo poc’anzi, il Nostro nel 2006 si
fece eleggere nell’Unione di Prodi e Visco fra atroci mal di pancia economici
(anche se gli attuali tremontismi su Colbert, protezionismo ed Alitalia proprio
liberali non paiono…). Ma questo nulla c’entra con il prodigio che si presenta
ai miei occhi: il carismatico Capezzone, irriducibile avversario degli
integralismi italici, fiero alfiere dell’etica individuale e non di Stato e
Chiesa, che parla a nome del partito fondato e guidato dal Trisunto del
Signore, fervente devoto di Arcore reduce da una reverentissima visita al
Pontefice, e dichiaratosi politicamente aderente ai dettami vaticani. Il libertario,
carismatico Capezzone assurto a portavoce del Capo dei Talebani: se non è
laicità soprannaturale, cos’è?
Capezzone irradia misticismo davanti alla telecamera da L'Unità, 19 Luglio 2008 Tutti i diritti riservati |