Cara Marta Vincenzi, Le dico subito che non credo alla voce di una Sua lista civica. Così come, del resto, non ci credevo cinque anni fa, quando era circolata prima che - per le comunali - divenisse concreta l’opzione primarie. O forse era circolata quando l’opzione primarie si era concretizzata. O magari era circolata un’altra volta, o anche un’altra volta, messa in giro dai Suoi avversari per screditarLa, oppure dai Suoi simpatizzanti per sostenerLa, non saprei bene, non ricordo più. O meglio: non saprei bene e non ricordo più. Le due cose non si escludono: si compenetrano. Non so bene, perché non capisco bene, e non capendo bene mi si confondono le idee ed i ricordi, fino a degenerare in pensieri e memorie agghiaccianti: ieri notte (avevo mangiato pesante) mi è sembrato di ricordare che due anni fa fosse girata la voce di una Sua lista civica per le comunali di Ancona, voce diffusa ad arte da un cugino marchigiano di Burlando che lo aveva fatto apposta per mettere in cattiva luce il Governatore della Liguria col quale non va d’accordo, facendo credere di aver fatto per lui quel lavoro sporco. Poi mi sono reso conto: stavo mentalmente vaneggiando. Ma mi sono anche detto che sono gli effetti collaterali, oltre che della cattiva digestione, dell’irriducibilità di un fatto: le voci di una Sua lista civica, cara Marta Vincenzi, com’è come non è, ogni tanto girano. Sono ormai un classico della politica, un genere giornalistico, un format televisivo. Si può anche darne la colpa ad un Destino cinico e baro (anzi, civico e baro), ma il fatto resta, a prescindere da chi ne abbia le responsabilità. Così come resta qualcosa in più di voci sui Suoi cattivi rapporti con il partito (tutto o parte), o con la base (parte, non saprei quale), per non parlare degli appassionanti capitoli “Vincenzi versus Perìcu”, “Vincenzi versus Pinotti”, “Vincenzi versus (?) Balzani” e - prossimamente – “Vincenzi versus Formigoni”, “Vincenzi versus Obama”, “Vincenzi versus Maciste”. Smetto con le facezie per dirLe, cara Marta Vincenzi, che tutto questo mi spiace, immagino più o meno come a Lei. Principalmente perché oscura il lavoro importante (con le luci e le ombre del caso) che Lei ha fatto in questi anni, e anche la fatica che – nelle terribili condizioni politiche date – ha fatto per compierlo. Ma penso che dirsene amareggiati o esterrefatti (di questo e di altro, per esempio di questo o quell’atteggiamento del partito) non serva, se non a deteriorare ulteriormente le cose, ad alimentare le voci, a fomentare gli equivoci, mentre irrompe la “novità” Doria, forte della beata vaghezza del noviziato. Non sono qui a una tenere una facile lezione contro il personalismo: spesso le tengono coloro che hanno un Ego gigantesco da esibire (e anch’io, si veda questa lettera aperta, non scherzo). La mia, cara Marta Vincenzi, è una sommessa richiesta: in mattinata, faccia un comunicato secco che smentisca per sempre l’ipotesi lista civica. Dal pomeriggio, anche se richiesta, non ne parli più, così come delle Sue amarezze di iscritta al Pd. C’è da far vedere quello che si è fatto, che per me non è affatto poco, e da non fare disamorare i genovesi. Un saluto cordiale Enzo Costa
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