I Semifreschi

(Enzo qua e là)

 

 

CARTOLINE D'AGOSTO

 

 

 di Enzo Costa

 

 

 

 

CARO BENIGNI, FATTI UN PANFILO

ovvero: Benigni ci sta sul gozzo

(Piccolo) diavolo d'un Benigni: tu ci disilludi! Un allettante titolo del Corriere, "Sequestrata la barca di Benigni", ci conforta, a noi dell'autofustigante popolo di sinistra, nello sconfortante stereotipo di successo (spacciato dalla destra e recepito dalla sinistra) della "sinistra dei salotti", "con le scarpe da nababbi", "radical-chic", "lontana dalla ggente", "lontanissima dal poppolo", e via luogocomunando sui comunisti con evve moscia e cavta di cvedito. Quella comodissima leggenda metropolitana utilissima per spiegarci le ragioni della sconfitta: "Ecco perché si perde: siamo ricchi sfondati e griffati!". Spiegazione pratica confermata, per l'appunto, dal titolo del Corsera: "Vedi che pure Roberto c'ha la barca?". E, lì per lì, t'immagini un megayacht faraonico, con tanto di ciurma in divisa griffatissima, magari comprendente anche una dozzina di mozzi extracomunitari irregolari (la famigerata sinistra buonista che predica bene per sfruttare meglio): chissà, viene da pensare alimentando il cliché, la "barca" megagalattica l'avranno sequestrata proprio per l'abuso comunista di manodopera clandestina.

Neppure il tempo di sentirti rassicurato, e l'occhiello del Corriere, come l'articoletto sottostante, ti delude amaramente: la "barca" di Benigni è - in realtà - un gozzo in legno di sette metri. Sotto sequestro alla Maddalena, insieme ad altri natanti, per ormeggio abusivo. Infrazione banale, da comune mortale, adeguata alla natura dell'imbarcazione benignesca: duro ammetterlo, ma è così: l'uomo icona del Regime di Sinistra, così potente da tenere in braccio Berlinguer, soggiogare l'Academy Award e rianimare Dante Alighieri, solca i mari a bordo di un miserrimo sette metri! Un gozzo che, a noi dell'autofustigante popolo di sinistra, ci sta sul gozzo: dunque, nemmeno la consolazione della spiegazione usa-e-getta della sinistra di yacht e d'opposizione: gli yacht veri, come il governo, sono solo di destra. E hanno nomi consoni a chi li possiede: "Besame", il ventisette metri da marina da sera di Marina Berlusconi. O "Sueno", il motoscafo da sogno di Piersilvio Berlusconi. O "Principessa Vai Via", il veliero stellare che papà Silvio ha venduto al fido Doris, dopo estati straglamour sulla tolda del "Barbarossa" di Previti, per poi rilevare dal nababbissimo Murdoch il superyacht "Morning Glory", un due alberi di quarantotto metri con caminetto (agghindato da antenna satellitare?), in procinto di essere ribattezzato "Night and Day Glory", per meglio rimarcare la natura imperitura della gloria del fardato proprietario. Barche, queste sì, con nomi e stazze di puro Potere. Pronte a violare il codice della navigazione con infrazioni esclusive per vip (da sanare con apposito lodo Alfano navale),

Il gozzo di Benigni (come si chiamerà? "Vorrei ma non gozzo"?), invece, profuma di normalità. Un po' come l'immagine di Veltroni con l'ombrellone sulla spiaggia di Sabaudia. Magari Libero, che ne aveva irriso la presunta sfigataggine battezzandolo elegantemente "Velt-rom", ora dipingerà beffardamente Roberto come un Fantozzi dei mari: adesso, alla sinistra, è trendy dare della poveraccia. Per rinfacciarle di frequentare i salotti si aspetta la prossima campagna elettorale.

da L'Unità, 9 Agosto 2008

 

LA RUSSA E L’ESERCITO DELLA (NOSTRA) SALVEZZA

Che delusione! Che destra di mammolette! Che imbelli di berlusconidi! Eppure il ministro La Russa, passando marzialmente in rassegna le truppe di cielo, di terra e di mare aggregate a poliziotti e carabinieri, le aveva tuonate chiare: chi si opponeva alla militarizzazione delle città, era un patetico sessantottino. Un pacifista con pancetta. Un panciafichista a tempo scadutissimo. Duole dirlo, ma erano parole. Chiacchiere da salotto. Balle borghesi. Cortine fumogene parolaie che malcelavano la natura parlamentar-pantofolaia dell'operazione, resa evidente dall'incontrovertibile realtà dei numeri: cosa sono tremila soldati disseminati per tutto lo Stivale? Un'inezia, se pur in tuta mimetica. Una nullità, per quanto in divisa. Una quisquilia, benché in assetto di guerra. Le maglie della rete militare provvidenzialmente (in teoria) gettata sul Bel Paese per catturare le orde di criminali micro e macro che vi sguazzano, sono desolatamente larghe. Troppo pochi soldati per troppe vie, piazze e tangenziali: non oso pensare a quanti tratti stradali resteranno non presidiati, a quanti vicoli saranno sgombri di brigate alpine, a quante traverse risulteranno spoglie di posti di blocco da parte di uomini muniti di paracadute. E se mi scappa e ci penso, inorridisco dallo sgomento: migliaia, milioni di zone a traffico limitato, vie provinciali, piazzette rionali, piazzali metropolitani senza l'ombra di una mitraglia in mano ad un sottotenente. Da schiantare dalla paura. Da svenire dal terrore. Da morire dall'insicurezza. Mi pare già di vederli, feroci scippatori e sanguinari borseggiatori, taglierino in una mano e Tuttocittà nell'altra, aggirarsi tranquilli per questa e quella viuzza non occupata dalle truppe, pronti a colpire certi di un'impunità per le loro basse azioni che nemmeno il lodo Alfano per le alte cariche.

Un'operazione (militare) di facciata. Come dimostra, oltre che la quantità delle forze impiegate, la qualità delle loro attività: per dire, nulla è stato predisposto per l'intervento dalla costa. Per le pattuglie da sbarco. Io, che abito in una città di mare, so - per esempio - che a volte i campi rom non autorizzati sorgono non distante dagli arenili. Perché, mi domando, il cannoneggiante (a parole) La Russa non ha pianificato, a ridosso della battigia, l'inabissamento di appositi sottomarini nucleari pronti, in caso di edificazione di baracche abusive di rom e sinti, a raderle al suolo mediante intelligentissimi siluri atomici sparati dai limitrofi fondali sabbiosi? "Rapidi ed invisibili / tornano i sommergibili!", cantava una fulgida melodia del Ventennio. Quel borghese, parolaio, pacifista, panciafichista di La Russa se ne è scordato. Al più, come documenta "Blob", canta Battisti da Bruno Vespa insieme a quella comunista della Parietti. E a noi, poveri italiani in balia del Crimine, chi ci pensa?

Presidio presso le scuole (con tutti quei pericolosi bimbi extracomunitari..)

da L'Unità, 8 Agosto 2008

 

IL TAMTAM DI PRODI

“Il tamtam di Prodi”: diceva così, il ministro La Russa, mercoledì 30 luglio a Primo Piano su Raitre. O meglio, sogghignava così, per spiegare natura, cause e ragioni profonde dell’incremento di sbarchi di immigrati sulle coste italiane nel primo semestre del 2008: “Il tamtam di Prodi”. L’appassionato argomentare del democratico Minniti, suo avversario di dibattito, nulla poteva di fronte a quella lapidaria formuletta, che il ministro – come ogni berlusconide da talkshow – reiterava a tormentone. Reiterava, ribadisco, condendola mimicamente con quel sogghigno larussiano tanto inconfondibile quanto disagevole da rendere a parole: una sorta di mefistofelica soavità, una letizia luciferina tipica di colui che – mentre inchioda sprezzante il nemico alle proprie irredimibili colpe, quasi sibilandogli “benvenuto nel tuo meritato inferno” – distilla con una porzione dello sguardo ed una piega della bocca qualche goccia di tenerezza per il teleutente, quasi sussurrandogli “tranquillo, a te, accalappiato con le cattive il cattivo, garantisco il paradiso”. “Il tamtam di Prodi”, dunque, all’origine di tutto il Male: se i clandestini non solo arrivano, ma aumentano, è perché a calamitarli verso di noi è l’eco di un governo oramai defunto: come dal pianeta terra capita di scorgere la luce di stelle in realtà già estinte, così – sogghignava dolcemente il ministro – fino nell’Africa più nera perveniva ancora il richiamo ancestrale (“tamtam”, parola forse non casuale) di un esecutivo italiano morto e sepolto. Lampedusa come approdo fuori tempo massimo di extracomunitari disinformati attirati dal buonismo prodiano scaduto: rischiano la morte di stenti o per naufragio e si intruppano nei Cpt, perché non aggiornati con le news: credono che all’Interno ci sia ancora quel mollaccione di Amato e non quel padano di ferro di Maroni, non sanno che l’esercito non è più allo sbando sotto l’imbelle Parisi ma agli ordini categorici di lui, il seraficamente sogghignante La Russa.

Una tragedia epocale che non guarda in faccia alla politichetta italica (gli esodi disperati di uomini, donne e bambini in balia di guerra, fame, miseria e trafficanti), ridotta a farsa propagandistica: se non fosse una cosa drammaticamente seria, ci sarebbe da ridere. Magari prendendo sul serio la “spiegazione” di La Russa: se per i migranti oggi c’è ancora il governo Prodi col suo invitante “tamtam”, come mai nel 2006 – fin già dai primi mesi del medesimo governo Prodi – gli sbarchi a Lampedusa venivano imputati dall’allora opposizione di destra allo stesso governo Prodi? All’epoca non giungeva, sulle coste libiche e nell’entroterra africano, il respingente “tamtam di Berlusconi”, che aveva governato fino a poco prima (e per ben cinque anni) con la durissima legge Bossi-Fini (fra l’altro restata in vigore con il governo dell’Unione)? Nel 2006 i clandestini usufruivano di notiziari più freschi?

C’è solo da augurarsi che, la sera di mercoledì 30 luglio 2008, i potenziali migranti fossero tutti sintonizzati su Primo Piano. Sì, sarà andata così: in procinto di attraversare il deserto, mercé un’antenna provvidenzialmente rivolta verso i ripetitori di Raitre, hanno captato l’ultrarespingente tamtam del sogghignante ministro. E, all’unanimità, hanno rinviato il viaggio al prossimo governo di centrosinistra.

Il tamtam di La Russa

da L'Unità, 2 Agosto 2008

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INDICE:

 

236) Cartoline d'agosto: NEW

1- Il tamtam di Prodi 2- La Russa e l'esercito della (nostra) salvezza3- Benigni ci sta sul gozzo

 

235) L'arcobaleno di Arcore

 

234) Il fascino mistico di Capezzone

 

233) Il megalomane

 

234) Relativismo mimetico

 

232) Interno notte

 

231) Il disonorevole

 

230) Auto da fe'(ssi)

 

229) L'oasi

 

228) E' giunta l'ora

 

227) Mense insane

 

226) Non sono un razzista (1991-2008)

 

225) Video nero

 

224) Folklorismi padani

 

223) Pensierini di Mancini

 

222) Gaudio per Claudio

 

221) Mancini sugli altari

 

220) Se nel video ritorna il sereno

 

219) Allucinazioni letali

 

218) Troppa grazia, Fantantonio!

 

217) Città barricata

 

216) Supersilvio

 

215) Over the rainbow

 

214) Goodbye Soros

 

213) Ma che è successo in Liguria?

 

212) La dura legge dell'ICI 

 

211) Testatemi che mi tasto

 

210) Se Silvio tornasse

 

209) Alibrasil

 

208) DC al (doppio) taglio

 

207) E se la destra (e sottolineo se...)

 

206) Presidente Malpensante

 

205) Mozzarelle volanti

 

204) Così parlò Zamparini

 

203) Porta a Porta e i sondaggi Via col vento

 

202) La rava e la favola

 

201) Neoacquisto tosto

 

200) Consigli (non richiesti) a Veltroni

 

199) Carlitalia

 

198) Statista stadista

 

197) Coliche elettorali

 

196) Tragicalcio

 

195) Il contratto e quel notaio distratto

 

194) Abusi e costumi

 

193) Inedito al Cibali

 

192) Lallallero

 

191) Posticipo poetico

 

190) Porta a porta e la memoria corta

 

189) Che cavaliere!

 

188) Malato terminal

 

187) Walter ego

 

186) Scorie d'oggi

 

185) Ira de Dios

 

184) Toponomistica

 

183) Fenomeno spottivo

 

182) Zero e mezzo

 

181) Capello tosato

 

181) Manon buttarti giù

 

180) Campione bidone

 

179) Libertà dall'intercettazione

 

178) Berlusconi, la Rai e il silenzio di Berti

 

177) Palla lunga e cellulare

 

176) Cavaliere di mare

 

175) Fabio Hair

 

174) Cuius regio eius prodigio

 

173) Fausto finale

 

172) Chi soffia sulla xenofobia

 

171) Prevedo nero

 

170) Lento soccorso

 

169) L'antidepressivo per il popolo

 

168) Fischietto bulgaro

 

167) Le mani libere

 

166) Cronista allarmista

 

165) Una moviola io vorrei

 

164) Il mantra di Silvio (...se lo dice la tv)

  

163) Senta un Bo

 

162) Fenomeno futuribile

 

161) Preghiera padano-ligure

 

160) I gol dell'Auditel

 

159) Toh, il pensionato torna protagonista al TG5

 

158) Niente di nuovo sotto l'Acquasola

 

157) Di padre in figlio

 

156) Epitaffio di un duro e puro

 

155) L'audace colpo del blogger Adinolfi

 

154) Io un mio leader ce l'ho: si chiama Flavia

 

153) Picconare stanca

 

152) Bua scozzese

 

151) Apocalypse in progress

 

150) Galliani mi perdoni

 

149) Reo confesso -day

 

148) Porno subito

  

147) Per un partito democritico

 

146) Crinaldo

 

145) Elegia del lavavetri

 

144) Quella particolare coincidenza

 

143) Calcio miracolo

 

142) Diario d'agosto

 

141) Chi va piano Valentino

 

140) Che bella RAI3 che non chiude per ferie

 

139) Torna a casa Musso

 

138) G8 "1 a 0"

 

137) Io, Gabriel e il fan(ciullino)

 

136) Sto affresco

 

135) Diaz Irae

 

134) G8 graffiti

 

133) Chiari di luna

 

132) Sorpresa in tv: è tornata l'informazione

 

131) Sceso in piazzetta

 

130) Metterci una piazza

 

129) Esentosse

 

128) L'Onnipotente

 

127) Senza Fine

 

126) Diritto di interessi

 

125) Come non verdetto

 

124) Cellularbitro

 

123) Mistero Oliveri

 

122) Moggi e domani

 

121) Andante Musso

 

120) Conciliato lieto

 

119) Mutu perpetuo

 

118) Burdisso da orbi

 

117) Cavalier pallonaro

 

116) Ma cos'è questa crisi?

 

115) Teletornelli cercasi

 

114) Vieta Antonio!

 

113) I PACS, l'ossessione omosex e l'astuto Vespa

 

112) Fenomeno espanso

 

111) Il masomister

 

110) Prode trainer

 

109) Lo zut zut salvato

 

108) Lega calcio

 

107) Arbitro invenduto?

 

106) Mister cortese

 

105) Gea sbendata

 

104) Caso clinico

 

103) FIFAlien

 

102) Merenguetudine

 

101) L'imperatore del cantiere

 

100) Coming late

 

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