Ma che combinazione: in tivù siamo tornati ad una cronaca nera non brandita politicamente. Restano le saghe catodiche alla Cogne, ma è sparito l'uso politico dei fatti di violenza: vedi, a Roma, il massacro all'autosalone e gli atroci stupri, a Milano lo scippo di un'anziana in bicicletta, ridotta in fin di vita, e l'omicidio della discoteca. Se ne parla senza speculazioni politiche. Adesso. Ma figuriamoci se vicende simili fossero avvenute quando il centrosinistra stava al governo e al Campidoglio. Allora la cronaca nera era manna per berlusconidi col pelo sullo stomaco e le mani sui palinsesti che dettavano questo format vincente: la sinistra "buonista" "dei salotti" se ne fregava della sicurezza e agevolava i delinquenti; la destra aveva a cuore la sicurezza della povera gente, voleva tolleranza zero e i criminali in galera (in barba all'indulto votato anche da Forza Italia ma spacciato come esclusiva di Prodi). Il sindaco Moratti marciava contro il governo colpevole dell'insicurezza della sua città. Per quella di Roma, la colpa era di Veltroni: l'omicidio della signora Reggiani fu il viatico per strumentalizzazioni, condite di razzismo, propedeutiche al trionfo di Alemanno. Col controllo dell'informazione si controllavano ed alimentavano le paure delle persone. Ma se allora per un paio di colpi di pistola non andati a segno il Tg2 titolò "A Roma si spara come nel Far West", com'è che per il recente omicidio nell'autosalone non ha titolato "Roma è più insicura dell'Iraq"? Ed i fattacci di Milano sono scivolati via senza cortei di protesta dell'opposizione (che non ha voce e faccia tosta per speculare). A tutto vantaggio di chi, a suo tempo, speculò senza ritegno. Difatti adesso, malgrado questi ed altri episodi, per i sondaggi cala l'allarme sicurezza. L'importante, oggi come prima, è non disturbare il manovratore dell'opinione pubblica.
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