E Capezzone? Mi è sparito da sotto agli occhi, adusi ad intercettarlo da anni: era parte dell’arredamento domestico, piazzato lì, nel televisore del tinello, sotto la mensola con i libri di cucina e la finta caffettiera, accanto alla paperetta di plastica, tenero ricordo d’infanzia (la paperetta, non Capezzone). Puntualmente, all’ora di cena, me lo ritrovavo davanti, come un bambolotto semovente, ora parlante (delle magnifiche sorti e progressive del governo Berlusconi) ora sparlante (della sinistra orrifica e regressiva), sempre petulante. Condiva i miei spaghetti (se si azionava dopo i titoli), insaporiva lo stufato (se partiva a metà tg), accompagnava il dessert (se, nelle news minzolinesche, si attivava fra l’inchiesta sul revival dello yoyò e quella sui centri estetici per gattini obesi). Arrivato Monti, l’hanno tolto dalla scaletta e rimesso in chissà quale scatolone. Io e i miei ceniamo in silenzio, con l’attonito, inconsolabile sgomento di una perdita. l'Unità 05/12/11 Tutti i diritti riservati |