Caro ministro Gasparri,
ho deciso di scriverLe per togliermi
una curiosità riguardo l’aggressione al Presidente del Consiglio da parte del
muratore Roberto Dal Bosco e le annesse polemiche politiche. No, non intendo
interrogarLa sulla curiosa concezione del termine “demonizzazione” dimostrata da
Lei e dai Suoi alleati: quella in base alla quale un capo del Governo può – nel
suo monologo-stampa di fine anno – parlare degli avversari come di “demòni” e
“Anticristo” da combattere per assicurare il trionfo degli angeli e del Bene
incarnati dal centrodestra, rientrando tutto questo nell’ordinaria dialettica
politica, mentre il “demonizzato” (dai “demòni” ulivisti) sarebbe il Premier
medesimo. Non La interrogo su questo giacché il solo interrogarLa rischierebbe
di configurare un’ulteriore demonizzazione da parte di questo giornale della Sua
persona e dell’intera coalizione in cui Lei milita. Come ha affermato il
Presidente del Consiglio in quel monologo-stampa, la Casa delle libertà – oltre
ad abbassare le tasse – porta in alto i Valori: chi – come chiunque scriva su
questo quotidiano – per implicita contrapposizione i Valori li abbassa, a mo’ di
paladino ideologico dei disvalori, deve perlomeno sforzarsi di non indulgere nel
Peccato, evitando di intaccare malignamente l’aureola del Bene fatto Politica.
Demoni
ulivisti ghignanti al capezzale del premier colpito.
Alle sue spalle i Valori e i Beati del Centrodestra.
Di lato, il muratore con un piede del treppiede in mano
Né intendo domandarLe se per caso fosse Lei, caro ministro Gasparri, il
soggetto da me visto in una recente puntata del “Processo” di Aldo Biscardi.
Soggetto intento a berciare “imbecille!” a un da me non identificato avventore
di quell’animato barsport catodico, reo di aver messo in dubbio la grandezza
sportiva di Francesco Totti. Non intendo domandarLe ciò per la semplice ragione
che – salvo un inaudito caso di somiglianza fisica – è fuori da ogni dubbio che
il soggetto in questione fosse proprio Lei: berciava “imbecille!” con un tale
furore che Le alterava sì i connotati somatici, ma non al punto da renderLa
irriconoscibile. Dunque agli apostoli politici del Bene, ai portatori sanissimi
dei Valori, è lecito oltreché morale dare dell’imbecille a qualsivoglia empio
pallonaro in diretta tivù.
Con
quella faccia può dire ciò che vuole!
Ciò che invece vorrei chiederLe è di
sciogliere un mio dubbio mnemonico, sempre a proposito di demonizzazione. Leggo
che Lei – replicando alle parole di Rosy Bindi – ha testualmente affermato:
“Alcuni nostri avversari (..) sognerebbero l’uccisione degli esponenti del
centrodestra”. Dichiarazione certo impegnativa, che però mi ha portato alla
mente un’immagine d’epoca: le telecamere di “Striscialanotizia” (mi pare)
immortalarono un uomo politico che – ai tempi del governo dell’Ulivo – sferzava
pesantemente il ministro dell’Interno Bianco, colpevole di non aver impedito il
formarsi di code chilometriche ai seggi elettorali. Quell’uomo politico che
accusava duramente Bianco, ripreso (mi pare) da “Striscialanotizia”, arrivò a
rivolgere uno strano consiglio all’allora ministro: mimando l’atto di spararsi
una rivoltellata alla tempia, lo esortò a “rimediare” alla sua colpa facendosi
fuori con un gesto suicida. Ebbene, caro ministro Gasparri: mi sembra di
ricordare che quell’uomo politico che istigava Bianco al suicidio fosse proprio
Lei. Sicuramente ricordo male: un apostolo del Bene, portatore sanissimo di
Valori quale Lei è, che per di più imputa agli avversari il gravissimo peccato
di volere la morte di chi governa, non può certo aver messo in atto un simile
comportamento. Il mio è sicuramente un ricordo fallace, generato dalla mia mente
distorta dai disvalori. Un ricordo che Lei sicuramente provvederà a
smentire. O no?
"Stavo
pulendo un'unghia quando a un tratto è partito un colpo.."
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