Salta agli occhi e alle orecchie che Bondi è doppiato (nel coro parlamentare “per la vita” che impazza sul web): labiale fuori sincrono come i flussi di (in)coscienza cinefili di Ghezzi, timbro privo delle modulazioni acido-melliflue del ministro (allergico) alla Cultura. Non è lui che canta quella strofetta del We Are The World de’ noantri intonato dall’ensemble di onorevoli. Ora, non che la notizia del taroccamento canoro del Nostro ci importi quanto la sua tenace inattività per i siti archeologici, il suo frenetico attivismo per una pellicola bulgara, o il suo familismo aculturale per i parenti acquisiti. Però qualcosa denota e ribadisce, in fatto di tendenza, del ministro e del governo, alla bufala istituzionale. Un’attenuante (fantascientifica) sarebbe che, come l’inciso musicale, anche certi deliri su Pompei o certi “Si vergogni!” da talkshow, non li avesse intonati lui, ma un doppiatore maligno. (Si consiglia di assumere una o due compresse di Maalox prima, durante e dopo la visione) L'Unità 13/12/10 Tutti i diritti riservati
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