CHIARI DI LUNEDI'
EBBREZZA POST-VOTO DI EDITORIALISTI :
"SALVINI LEADER DEI MODERAT"
di Enzo Costa
Pare di cogliere un certo smarrimento fra i commentatori berlusconofili. Quelli che, per vent’anni, ci hanno spiegato che il fu Cavaliere era il leader dei moderati e che, vincesse o perdesse le elezioni, fosse rinviato a giudizio o prescritto mercé apposita legge ad berluscam, era imbattibile. Ora, il combinato maldisposto di scoppola elettorale alle europee e alle amministrative ha vanificato il loro più recente tentativo di indorare la pillola della decadenza del fu premier Papi: “Vedrete” avevano intonato artatamente ottimisti “saprà usare al meglio, a fini elettorali, l’affidamento ai servizi sociali! Resta il Migliore, nella comunicazione!”. E invece eccoli lì, (s)travolti dal franare del consenso al Nord, dato già per perso quello del Centro (salvo l’insperata oasi perugina) e per polverizzato quello del Sud. Il crollo del bastione di Pavia del già magnificato sindaco Cattaneo, icona nuovista di Ballarò, è stata, per loro, la mazzata definitiva. Così devastante da indurre i più sofferenti a scorgere un erede di Silvio non più dinastico bensì ex-celtico: Matteo Salvini. “Se è atterrato a Bruxelles e ha conquistato Padova” si sono detti “è lui il futuro leader dei moderati!”. Ora, è vero che – come scrivevo - costoro, per un Ventennio, hanno definito “leader dei moderati” lo sdoganatore fardato dei bassi istinti degli italiani, in comunione mistica con l’eterno sovversivismo di molta nostra classe dirigente. Ma il Salvini post-secessionista neo-lepenista “leader dei moderati” è un caso di politologia da prova dell’etilometro: come se lo immaginano, il centrodestra moderato guidato dal Matteo del Carroccio? Pronto a proporre una riforma dei trasporti che prevede l’apartheid sui bus di tutt’Italia, dai quali cacciare a pedate chi non paga il biglietto in lire? l'Unità 16/06/14 Tutti i diritti riservati |