Forse siamo al di là del conflitto di interessi fatto Premier, nella scena oscena con i sottoposti del semimonopolista dell'etere che, per l'assalto finale, aggrediscono Fabio Fazio ed il suo Che tempo che fa. Certo, nulla deve sfuggire al Padrone della tivù, l'unico in grado didettare emergenze dall'opposizione (gli allarmi sicurezza e immigrati durante la campagna elettorale), emergenze subito sommerse, ovvero in progressiva dissolvenza sugli schermi, a vittoria conseguita (difatti ora la "percezione" degli italiani è cambiata, e a reati stabili, a sbarchi in aumento, cala l'allarme); l'unico, inoltre, in grado di colonizzare quasi integralmente tiggì e spazi (dis)informativi, come attestavano recenti dati incontrovertibili sulle presenze televisive (percentuali bulgare, anche nel senso di propedeutiche a nuovi editti di Sofia per chi osasse non garantirle); l'unico, soprattutto, in grado di far rimuovere in un istante i suddetti dati (così come il sopraccitato, dimostrato utilizzo del video prima e dopo il voto), per concentrare l'attenzione generale sugli ultimi Nemici da rimuovere: i comici, Santoro. E, per l'appunto, Fazio. A proposito del quale, dicevo, ci troviamo probabilmente un po' più in là del conflitto di interessi in fard e ossa: "Fazio ha superato il limite di decenza", ha sentenziato il decentissimo Gasparri, e l'aspetto più inquietante di tale lapidario aforisma è che – al netto del suo provenire da un adepto del Capo della televisione – potrebbe essere stato pronunciato in buona fede. E' vero: nella sua trasmissione, Fazio ha ospitato uomini (politici) di (o vicini alla) sinistra. Da ultimo, perfetta pietra per lo scandalo finale, il dimissionario Presidente della Sardegna Soru. Che è anche, tanto perché si sappia pure la faziosità di chi scrive, l'editore di questo giornale. Ma, ecco il punto che forse sfugge al sentenziante Gasparri, quel fazioso di Fazio lo ha intervistato soprattutto sulla crisi della sua maggioranza e, quindi, sulle difficoltà di tradurre in atti di governo certi valori della sinistra. E' così che fa sempre quel fazioso di Fazio: con la sua rivoluzionaria gentilezza (quella che i pigri o i Gasparri chiamano "buonismo"), ragiona con i suoi ospiti, specie con quelli a lui politicamente e culturalmente vicini, anche delle contraddizioni che incarnano. Certi dialoghi di quel fazioso di Fazio, con imbarazzati ospiti "di sinistra", sulla laicità sempre più intimidita dal confessionalismo dilagante, erano quanto di più critico (gentilmente, ma critico) si potesse dire sulla sinistra di questi tempi (malaffare a parte). "Critico", vale a dire intelligente. Intellettualmente stimolante, oltre che onesto. Offerto al pubblico mediante un uso formidabile della parola: in tristi tempi di parole sprecate e vilipese, a Che tempo che fa si domanda e si risponde con cognizione di termini. Interviste, più o meno recenti, come quelle a Rigoni Stern, a Fruttero, a Grossman, a Yehoshua, sono state esempi straordinari di arte televisiva della conversazione. Che favorisce il ragionamento. Obiettivamente, per Gasparri e compari, qualcosa di indecente.
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