CHIARI DI LUNEDI'
SCRIVO DI PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA
CON UN FRECCERO AL MIO ARCO
Il vero vincitore delle primarie, trionfante al primo turno, è il sesto uomo: Carlo Freccero. La sua breve ma pirotecnica performance, andata in onda nell’intervallo di tempo televisivo fra i Fantastici 5 su Sky ed il faccia a faccetta su Raiuno, è già un format. Freccero si è irradiato domenica 25 novembre, nello speciale primarie condotto su Raitre da Bianca Berlinguer, oscurando per manifesta superiorità spettacolare il gongolare fumantino di Rosy Bindi e la zizzania politologica di Giuliano Ferrara. Da geniale artista concettuale della tv, la sera della vittoria ai punti di Bersani su Renzi offriva alle telecamere il proprio insoddisfatto esagitarsi per Matteo, del quale tesseva uno scomposto elogio refrattario: ne magnificava la novità aborrendo l’anticaglia ideologica di certi suoi supporter (“il liberismo di Giavazzi!”); ne celebrava con malfermo distacco l’idea di rottamazione, che – sibilava euforicamente distante – aveva bucato lo schermo. Una citazione-dissociazione vivente de “il mezzo è il messaggio”: rottamare, come concetto, fa schifo. Però funziona. Dove, forse, la quota di ripulsa aveva un che di autoreferenziale: l’ideologia renziana, estesa oltre i confini della politica, potrebbe far destinare allo sfasciacarrozze anche vivide menti televisive che sono sulla scena catodica, inizialmente berlusconiana, fin dagli anni ’80 (Gori a parte). Ciò non significava che lui, Freccero, stesse con Bersani: lui, Freccero, era per un’altra sinistra (detto con telegenico registro nostalgico-fantascientifico, fra Limiti e Giacobbo). Ne parlo oggi perché, mentre scrivo, non conosco ancora l’esito del ballottaggio. Comunque Renzi, con la rottamazione, ha segnato una svolta (orrenda!?). Per quanto Bersani… (vedete che il format di Freccero fa tendenza?). l'Unità 03/12/12 Tutti i diritti riservati |