ALLA RICERCA

 

 

DELLA TV PERDUTA

 

 

 di Enzo Costa

 

 

 

Com’era quella storia della cultura che non funziona in tv? Ci pensavo domenica sera, ma non me la ricordavo bene, anche perché ero distratto dalla tv, che – su Raitre, in prima serata – trasmetteva un programmino leggero leggero, semplice semplice, subdolamente accattivante e in quanto tale distraente da concetti alti e ponderosi come quello succitato: c’erano un giovane conduttore ed un anziano signore seduti in poltrona, che discorrevano, dando l’idea di farlo per loro personale piacere (difatti ignoravano la telecamera, ma si guardavano negli occhi). E più quell’idea di una loro complicità intima, domestica (già, perché scordavo di dire che non si trovavano in uno studio televisivo, ma nello studiolo di casa dell’anziano signore) mi arrivava, più mi veniva voglia di starli a sentire, di origliare quel loro conversario così poco telegenico ma, incredibilmente, così tanto attraente. Sì, perché il giovane conduttore e l’anziano signore dissertavano in leggerezza di cose per cui vale la pena vivere, come la mano di un padre che fa da coppa per l’acqua in infantili camminate in collina; o come il rumore del terriccio dei sentieri che costeggiano i canali fluviali francesi, rumore che si imprime nella memoria quando sono i passi di un amico a provocarlo; o come il sapore sublime di una frittura di paranza, unico quando sono le mani, e non la forchetta, ad offrirlo alle papille gustative; o come l’indicibile godimento di uno “zapping” notturno compiuto non smanettando sul telecomando, ma frugando tra le pagine dei libri sparpagliati sul letto. Ops, libri: vocabolo e oggetto culturale! Eppure, pronunciato ed evocato lì, in quel privatissimo dialogo per estranei incuriositi, suonava benissimo. E rafforzava la mia attenzione alla conversazione: volevo, dovevo intercettare, rubare ogni frase, ogni argomento, i pezzi di vita di quell’anziano signore, la casa abitata in Francia dal suo amico, romanzescamente vera, l’improbabile motocicletta che quest’ultimo cavalcava in impossibili viaggi transalpini, e altri ricordi più teneri e per questo subito mitigati dall’ironia, e ancora, con il supporto di un gradito ospite, il ragionare ed il contraddirsi sui libri più importanti per l’uno e per l’altro. Libri, ancora! Ma cos’altro aspettarsi, in fondo, da uno come Carlo Fruttero intervistato a domicilio da Fabio Fazio, con la partecipazione straordinaria di Pietro Citati? Proprio nulla. Bastava questo: un’ora di televisione meravigliosa, frivola, scintillante, colta. Com’era poi quella storia della cultura che non funziona in tv? 


La prima parte dell'intervista (su youtube tutte le altre parti)

l'Unità 09/06/10

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INDICE:

 

  

444) Alla ricerca della tv perduta NEW

 

443) Smarriti sacri NEW

 

442) Forza Italietta NEW

 

441) L'insaputello

 

440) Salvare il Cargo

 

439) Busi e abusi

 

438) Uso (dis)obbedir tacendo

 

437) Le scosse di Draquila

 

436) Tutto un Grecia Grecia

 

435) Per i capelli

 

434) Carboni al vento

 

433) Se telefonando

 

432) Second life

 

431) La coazione a ripetere

dell'ex ministro Scajola

 

430) Sentimental

 

429) Rogito ergo sum

 

428) Nucleare, Putin e Berlusconi

 

427) Pensieri Fini

 

426) Sani veleni

 

425) Il ricostituito

 

424) Reo confesso

 

 423) Nessun pudore

 

 422) Federalismo "morale"

 

421) Qualcuno gliela spieghi

 

420) Il gassificatore, l'assessore e gli opposti       estremismi

 

419) Ed ecco a voi il consenso disinformato

 

418) Io spotossico

 

417) Il balsamo dei civili

 

416) Speranza accesa

 

415) Il certificatore finale

 

414) Il voto è decreto

 

413) Consigli non richiesti a Burlando

 

412) Sparla con loro

 

411) Pensiero Minzognero

 

410) Azzurra varietà

 

409) Sane rinunce

 

408) Non la si sfanga

 

407) Bruno l'inquisitore e Michele l'intenditore

 

406) La classe non è acqua

 

405) Il Festival e gli Aristoncratici di sinistra

 

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