Suggestivi, i leghisti. Non per l’opposizione dura che, adesso, fanno. Ma per le facce, le pose con cui la fanno. La fisiognomica li svela: occhi invasati, muscolatura ipertesa, sprizzano un’eccitazione artefatta causa tempistica: fino a poche settimane fa erano negli stessi luoghi, televisivi e parlamentari, da uomini di maggioranza. Qua e là, un dito medio, una pernacchia, ma a mo’ di gadget di gente che faceva il ministro, “catturava” mafiosi, varava “riforme”. Ora dileggiano furiosi Monti come se fosse, insieme, lì da anni e piovuto da Marte, e non dal loro disastro triennale di governo. Puntano sull’iperbole per fare l’opposizione senza passare dal via: neppure un giorno di decantazione, un minuto di autocritica. Dai furbi sguardi d’intesa che si scambiano, li immagini, Calderoli e Bricolo, Bossi e Maroni, riuniti in una taverna padana il giorno della caduta di Papi: “Facciamo l’opposisiùn!”. E via a provare le facce davanti allo specchio della toilette. l'Unità 19/12/11 Tutti i diritti riservati |