CHIARI DI LUNEDI'

 

 

 

GELMINI DOCET: LA MEMORIA

 

 

 E' LABILE QUAL PAPI AL VENTO

 

 

di Enzo Costa

 

 

 

La vedo anche due volte al giorno, la fu ministra Gelmini che aguzza lo sguardo in favore di telecamera per spiegare che la legge elettorale, riguardando tutte le forze politiche in Parlamento, non è materia del governo o della sola maggioranza. È uno spettacolo suggestivo, vuoi per quella sua espressione fiera, assertiva, tipica di chi nutre fiducia in se stesso e, quindi, in un futuro luminoso fuori dal tunnel (dei neutrini); vuoi perché una simile perentorietà di occhiata e di favella si ammanta del fascino dell’indicibile, al solo rammentare che colei che ce la propina via tg milita in un partito artefice a suo tempo, con la sola maggioranza di centrodestra, di un’oscenità poi detta legge Porcellum, volta a fregare l’allora minoranza di centrosinistra sabotandone il probabile successo elettorale. Già: “al solo rammentare”: ma chi è che, al giorno d’oggi, rammenta? Se la fu ministra Gelmini ci serve durante i pasti questa sua apoditticità espressiva e concettuale è perché sa che pochi, pochissimi ricordano. Mi viene in mente (locuzione minoritaria) quando, subito dopo il ritiro della fiducia del Pdl al governo Monti per motivi di tattica elettorale, il buon Bersani avvertì la destra che il Pd non ci stava a passare per l’unico responsabile dei sacrifici imposti agli italiani. Seguì una campagna elettorale in cui Papi, cancellando dalle teste degli italiani la recentissima storia politica, fece passare il Pd come l’unico responsabile (con Monti) dei sacrifici imposti agli italiani, col risultato che sappiamo. E così, oggi, gustiamoci la lezioncina elettoral-istituzionale di Mariastella, così come le sparate di Brunetta, Gasparri, Fitto e Carfagna contro il governo delle tasse e filo-Merkel da loro sostenuto fino a poche settimane fa. Memoria: cos’era costei?

  l'Unità 23/12/13

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