CHIARI DI LUNEDI'

 

 

SINTOMI PRESENTI E FUTURI

 

 

DELLA SINDROME DI VILLA GERNETTO

 

 

 di Enzo Costa

 

 

 

E dunque, è sentenzapatico. Un verdetto giudiziario negativo gli scatena una pesante reazione allergica di stampo psicosomatico classificabile come “Sindrome di Villa Gernetto”. Il soggetto presenta un’istantanea degenerazione fisiognomica all’insegna di un fortissimo dualismo plastico-naturale: la faccia diviene tirata al punto da ribellarsi al proprio lifting, determinandone un crollo franoso che si traduce in irregolari smottamenti oculari (una palpebra cala più dell’altra, ma entrambe comunque calano parecchio), sprofondamenti labiali, voragini espressive così profonde da risolversi in abissi di sguardi torvi e fissi. Ma è l’aspetto psicologico quello più sconvolgente: il soggetto colpito dalla sentenza avversa viene colto da una grave amnesia avversativa. Dimentica quanto aveva detto pochi giorni prima, sentenziando con tono schifato-minaccioso l’esatto contrario: il governo che era buono diventa cattivo, la fiducia che meritava non la merita, il Premier che era un moderato da sostenere alle elezioni è il dittatore dello Stato di polizia fiscale da rovesciare col voto, e via sovvertendo ferocemente concetti teneramente formulati un attimo prima del verdetto. (Poi magari, sedato da Vespa, minimizza, e poi però rilancia). Non si conoscono ancora gli effetti prodotti nel soggetto da un’eventuale ulteriore sentenza avversa. Può darsi che ne rinfocoli la sintomatologia antigovernativa: il governo diverrebbe degno di sommosse popolari, il Premier andrebbe processato dalla Corte dell’Aja. Può essere, invece, che due sentenze negative consecutive, sommandosi, annullino le pulsioni distruttive accentuando gli afflati edificanti: vuoi vedere che se lo condannano al processo Ruby, bello vispo e rilassato, sussurra soave che Monti merita il Nobel per l’Economia?

  l'Unità 05/11/12

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