Immagine emblematica della tv imperante: Massimo Giletti che da settimane, alle 13:25, nel lancio di Domenica In, ci dice che si parlerà del delitto di Avetrana. Ogni volta la stessa faccia telegenicamente compunta, gli stessi toni dolenti e squillanti per gli inquietanti, intriganti sviluppi del terrificante, avvincente omicidio. Cambia solo la scritta dietro all’addolorato, eccitato conduttore, ora su zio Michele, ora su Sabrina, su Ivano. Non occorre assistere al susseguente dibattito fra criminologi di grido e vip inquirenti per capire: già quel lancio contiene tutto l’orrore. Della serializzazione catodica della cronaca nera, e del fatto che per essa nessun Masi frappone ostacoli e nessun Maroni esige cautele espressive: un paese telesedato dalla banalizzazione del male anche il dì di festa, fa molto comodo. P.S. Il lancio di ieri univa Ivano e i pro-vita anti-Welby. Appunto. Tutti i diritti riservati
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