CHIARI DI LUNEDI'

 

 

 

IO E LA (PERDUTA?) MISURA

 

 

 D'ALTURA DU GUSTAVO ZAGREBELSKY

 

 

di Enzo Costa

 

 

 

E pensare che io Gustavo Zagrebelsky lo stimavo fin da quando, ci scommetto, Grillo ne ignorava l’esistenza. Lo seguivo già, anche fisicamente: in un agosto di diversi anni fa, me lo vidi passare davanti in un borgo montano dove andavo (e vado) in vacanza. Lo chiamai col trasporto del fan, e lui prima si mostrò misuratamente stupito del mio riconoscerlo (a differenza degli altri villeggianti) e, poi, cortesemente misurato. Si chiacchierò di varia attualità, consuetudine rinnovatasi ogni estate, sempre all’insegna dell’eccessiva esuberanza mia e della cordiale misura sua. Adesso ho scorto la sua firma in un accorato appello di costituzionalisti, intellettuali e Landini contro le riforme istituzionali prospettate da Renzi. Appello grondante accuse perentorie al Pd e vibrante di allarme democratico per una “svolta autoritaria” e “padronale”. Ora, per carità, le riforme annunciate non mi paiono perfette, ma neppure sciagurate; le trovo (come Grasso, De Siervo, Manzella) migliorabili, ma non esecrabili; apprezzabili per l’intento (tante volte auspicato) di rinnovare un sistema bloccato, pur se emendabili. Ma “autoritaria” e “padronale”, come definizioni, mi suonano poco misurate (a prescindere dalla firma di Rodotà che, certo, nell’85 voleva abolire il bicameralismo in ben altro contesto proporzionale, ma che poi aveva gradito la sua sillabata invocazione pentastellata per il Quirinale, invocazione di piazza contrapposta alle “trame” parlamentari dei Grandi Elettori): difatti, ecco unirsi all’appello Grillo & Casaleggio, noti alfieri del dibattito non-padronale nel MoVimento, oltreché della continenza espressiva a suon di “Vaffa Day”. Ora loro sono in sintonia col misurato Zagrebelsky: se il prossimo agosto lo vedo passare, mi impegno a salutarlo in modo non autoritario.

  l'Unità 07/04/14

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