Mentre
scrivo queste righe non so su quale rete e trasmissione il Cavaliere
neo-Trisunto del Signore stia ri-annunciando al telefono l’abolizione dell’Ici.
Il mio computo per difetto da zapping distratto è fermo a Uno Mattina e Porta
a Porta con i rilanci replicati di quasi tutti i tiggì pubblici e privati,
ma potrei aver colpevolmente mancato una sua chiamata in viva voce al Processo
di Biscardi su 7 Gold, un suo intervento via cellulare in un’edizione
straordinaria del martedì di Buona Domenica ed una raffica di suoi
sbarazzini mms transitanti per tutti i palinsesti pomeridiani prima e dopo i
break pubblicitari. E magari proprio ora mi sto perdendo la sua telefonata a Meteo2,
ma è solo perché ritengo utile formulare per iscritto quella che denominerei la
“dura legge dell’Ici”. Che recita così: “Se un governo di centrosinistra
nell’ultima sua Finanziaria abroga l’Ici per il 40% degli italiani,
preservandola solo per i ceti più abbienti, nessuno lo sa: il governo non lo
comunica adeguatamente, gli esponenti della maggioranza non lo dicono o
ripetono a sufficienza nei programmi televisivi di approfondimento politico, i
conduttori di tali trasmissioni non ne parlano quasi, i candidati del Partito Democratico
nel corso della campagna elettorale evitano quasi sistematicamente di
ricordarlo. Se invece il leader del centrodestra, l’indomani della vittoria
elettorale, dice – senza ancora alcun provvedimento legislativo effettivo – che
abolirà l’Ici, non si parlerà d’altro in tivù, finché parrà che il nuovo
governo l’ha subito abolita prima ancora di insediarsi”. A prescindere da altri
aspetti tecnici e di merito (abolire l’Ici a chi guadagna di più non sarebbe
precisamente un intervento a favore del tanto denunciato e/o strumentalizzato
disagio sociale, comporterebbe ammanchi notevoli nelle casse comunali, buchi
che con ogni probabilità verrebbero colmati attingendo al tanto sbeffeggiato
tesoretto o extragettito), la “dura legge dell’Ici” sintetizza e spiega alla
perfezione la caduta di una maggioranza, la sconfitta alle elezioni di chi ne
era l’asse portante e le magnifiche sorti e progressive di chi le elezioni le
ha vinte: un centrosinistra che fa ma non sa comunicare (debitamente osteggiato
dalle televisioni), prima sgradito dai sondaggi e poi punito dal voto; un
centrodestra che deve ancora fare ma comunica senza freni e ritegno
(debitamente vezzeggiato dalle televisioni), destinato ad essere vieppiù
gradito. Obiettivamente, non c’è partita. Scommetto
che quando il 40% degli italiani scoprirà di non dover pagare l’Ici, almeno
l’80% di quel 40% penserà che il merito è di Silvio. Che a quel punto, a reti
unificate, annuncerà compiaciuto agli italiani che ha convinto Air France
ad accollarsi Alitalia, salvandola dal fallimento.
"Hello, Sarkozy? ICI* Silvio!" (* da abolire, ça va sans dire)
da L'Unità, 17 Aprile 2008
Tutti i diritti riservati |