CHIARI DI LUNEDI'

 

 

 

QUELLE PAROLE STRUMENTALI

 

 

 E SINCERE DELL'EX CAVALIERE

 

 

di Enzo Costa

 

 

 

Davanti al fu Cavaliere, versione malinconica e malincomica del Cavaliere, tutti noi che lo abbiamo avversato fin dall’inizio, tutti noi che abbiamo dato l’allarme ai tempi in cui Grillo – di cose a cinque stelle - frequentava solo gli alberghi, siamo spiazzati. Nel senso che vederlo blaterare stancamente le sue noiose e vanagloriose litanie a Piazza Pulita, e - prima e dopo - in qualsivoglia megastudio o studiolo Mediaset con o senza l’amorevole assistenza di Barbara D’Urso, e - prima ancora - nell’anteprima ammuffita di Porta a Porta, porta noi antichi oppositori del fu premier Papi a brancolare nelle brume del dubbio: al netto dei canonici scongiuri per una sua paventata rimonta (anche essi, forse, avvilenti parodie di ben più fondate passate scaramanzie), quel triste spettacolo umano, prima ancora che politico, ci interpella. Davvero, viene da chiedersi, i suoi mantra sfibrati su golpe giudiziari e non, traditori di ogni risma e legislatura, Napolitano venuto meno al dovere morale di graziarlo e via delirando serialmente, sono solo, come ci sembra, un tentativo cinico e disperato (oltre che vittimistico) di risalire nei sondaggi? E se invece questo misero bignami di Berlusconi, un Berlusconi sgravato dell’esuberanza vitalistica di un tempo, ne rivelasse l’essenza? Guardiamolo bene, quando si produce nell’oscena sparata sui tedeschi che negherebbero i campi di sterminio: certo, il calcolo ripugnante di strumentalizzare un tema tragico per cavalcare il sentimento antitedesco, è evidente. Ma quel compiacimento garrulo per la sua lezioncina storico-politica rivela e svela anche, senza più il filtro-trucco-alibi di un’astuta disinvoltura di “gioventù”, un sincero abisso di ignoranza. E se il Cavaliere, da sempre, avesse incarnato anche questo?

  l'Unità 05/05/14

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