CHIARI DI LUNEDI'

 

 

PER IL PDL SCELTA IRREVOCABILE:

 

 

PRIMARIE DA FARE E SCHIFARE

 

 

 di Enzo Costa

 

 

 

“Primarie senza se e senza ma”, vorrebbe farci sapere da settimane Angelino Alfano. Ma ha la faccia che, citando il miglior De Gregori, “ricorda il crollo di una diga”. Dissintonia fra parole ed espressioni, fra buonumore esibito e posture sfuggite, che da sola racconta un partito ben oltre l’orlo della crisi di nervi. E dunque eccole, le “primarie”: invocate, proclamate, ribadite, confermate, riconfermate dal segretario, che più le riconferma e più ne trasuda il destino incerto, faticoso e fragilissimo. La voce è flebilmente perentoria, indomitamente dolente, malinconicamente fiera. Sfodera un sorriso spontaneo come un tic nervoso, somigliante alla contrazione dei muscoli facciali di chi sia preda di una colica renale. Non puoi non immaginartelo mentre poco prima, in uno sfibrante faccia a fard col Capo, ha tentato con tutti gli ossequi possibili di persuaderlo dell’ineluttabilità della scelta, e non essendoci riuscito si è acconciato a cercare di persuadere i cronisti all’uscita dell’adesione pressoché unanime di Silvio & sottoposti al progetto di scimmiottatura elettorale del Pd. Impresa audace. Titanica quando, come giovedì, gli stracci volati fra lui e Lui vanno riconvertiti in conferenza stampa congiunta. E poi “primarie” assume tinte e odori diversi, in bocca e in faccia a questo e quel pidiellino: in Cicchitto la parola sa di affranta rassegnazione, è speziata di fatalismo ciociaro; in Verdini suona come una parolaccia, fradicia di umori popolareschi osceni (per chi predilige metodi decisionali, diciamo così, più esclusivi); Gasparri la dice con spaesata fermezza e convinta estraneità, un po’ come quando, da ministro, scandiva “digitale terrestre” senza sapere bene di cosa si trattasse. Per il Pdl fare e schifare le primarie è un istinto primario. 

  l'Unità 12/11/12

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