LEMMI LEMMI
(Dizionario semiserio)
EPOCALE
di Enzo Costa
L’epoca di epocale sembra tramontata. L’aggettivo furoreggiò durante l’evo berlusconiano, specie nella sua fase terminale, quella bungabunghesca, quando risuonava stentoreo in bocca all’allora Cavaliere, come tonitruante artificio oratorio con cui attutire l’eco mediatica delle sue cene eleganti. Per ogni annuncio di provvedimento, bozza di disegno di legge, schizzo di decreto, su qualunque materia, basilare o no, l’affannato ma sempre fardato Silvio sganciava quell’attributo, destinato alle orecchie di cronisti e storici: prendessero nota che la ventilata riforma, o anche solo il terzo comma dell’articolo 7, era “epocale”. Pare di ricordare che si iniziò, anni prima, con la “riforma” Gelmini, per proseguire con le più personalizzate delle leggi ad personam, e via enfatizzando qualsivoglia quisquilia: alla fine tutto quanto, dell’ultimo Berlusconi di sgoverno, era per definizione (di Berlusconi medesimo) epocale, persino le consulenze di Lavitola. E oggi? Non che l’ipercinetico Renzi pratichi la moderazione lessicale per le proprie cascate di riforme con annesse slide, ed è probabile che “epocale”, per qualcuna di esse, lo abbia detto e/o twittato. Ma non ne siamo certi perché è ipercinetico anche con la lingua, oltre che con la tempistica della sua svolta buona (passata, passo dopo passo, dai 100 ai 1000 giorni). “Epocale”, con Silvio, divenne proverbiale perché, nel suo vocabolario, era stanziale: che epoca, quella! Left 27/09/14 Tutti i diritti riservati |