LEMMI LEMMI
(Dizionario semiserio)
FACCIA
di Enzo Costa
La faccia, oggi, si mette. Dicendolo orgogliosamente, ma senza quasi mai precisare dove. Dal premier più veloce dell’Occidente in trip da riforme al mister più inguaiato della B in crisi di risultati, la frase è una sola, sempre quella, vanesiamente fiera: “Ci metto la faccia!” (alla faccia della riservatezza!). Espressione un po’ così che richiede una faccia un po’ così, sofferente-gaudente, tipica di chi è impegnato, con prospettive di vittoria, in uno sforzo semi-titanico, intriso di sudata temerarietà: se uno la faccia ce la mette, è sottinteso che rischia, come minimo, qualche graffio, in quella selva oscura che è la nostra postmodernità affollata di biechi sfregiatori di volti. Ed espressione – soprattutto – che ci fornisce la fisionomia di questi tempi: quando ovunque, dalla politica al pallone, dal giornalismo al sindacalismo, impazza il personalismo, metterci la faccia è pressoché inevitabile, senza peraltro escludere del tutto altre parti più o meno nobili del corpo. Si potrebbe dire: quando mancano le idee, e ancor di più le elaborazioni collettive, ci si mette la faccia. E però, a ben pensarci, la faccia, le facce, certe belle facce piene di pensieri, ce le mettevano anche i leader di una volta, pur se previo lungo e articolato dibattito democratico. Solo che loro, poi, non lo dicevano. Forse anche perché se all’epoca qualcuno avesse osato affermare “Ci metto la faccia”, dalla folla sarebbe potuto partire, alla Totò, un micidiale “Ma mi faccia il piacere!”. Left 11/10/14 Tutti i diritti riservati |