LEMMI LEMMI
(Dizionario semiserio)
COPERTURE
di Enzo Costa
Le coperture non ci sono da tempo immemore, fin da quando la legge di stabilità si chiamava, più scopertamente, legge finanziaria, e mentre si scopriva la voragine del debito pubblico. Non ci sono per qualsivoglia opposizione più o meno costruttiva, ma ci sono per qualsivoglia maggioranza più o meno salda. Da ultimo, in vero, non ci sono neppure per un pezzo della maggioranza, a riprova della scarsa saldezza della medesima, o forse dell’effettiva latitanza delle suddette coperture, o forse di entrambe le cose. Come l’avvio dell’anno scolastico, del campionato di calcio, di Porta a Porta e delle alluvioni, la frase “non ci sono le coperture”, allarmata e basita il giusto, accompagna da sempre le nostre malinconiche prime settimane d’autunno, ulteriormente immalinconite dalla puntuale smentita standard del governo, in un botta e risposta tignoso e sonnacchioso per la sua irrimediabile inconcludenza. Certo, quest’anno qualche brivido in più scorre lungo la schiena: non tanto per la sorpresa finale (finale?) degli ottanta euro per le neo-mamme, quanto per la sede istituzionale in cui tale solenne happy end economico è stato prospettato: l’austero studio di Barbara D’Urso. Location che ha reso ogni successiva obiezione e contro-obiezione sulle coperture una prosecuzione dello show con altri share. Perché, sempre di più, certi annunci mirabolanti si fanno in tv, mettendoci la faccia ammiccante, così, apertamente, senza protezioni, senza maschere, senza coperture. Left 08/11/14 Tutti i diritti riservati |