LEMMI LEMMI
(Dizionario semiserio)
STREAMING
di Enzo Costa
Signora mia, non c’è più lo Streaming di una volta! Parola intrisa di fluidità 2.0 e, quindi, vittima di accezioni e intenzioni variabili, mobili, (s)fuggevoli. In principio fu il Verbo pentastellato: “streaming” sinonimo visuale di trasparenza, purezza, superiorità morale (come se Berlinguer, incontrando Moro riservatamente, fosse stato immorale) e postmodernità digitale, da sbattere in faccia agli indegni avversari. E venne, preparato da riunioni in non-streaming, lo streaming con Bersani, e poi quello con Letta: videocerimonie asfittiche, non-dialoghi a uso del popolo della rete volti a ribadire, con posture e parole (“mi sembra di essere a Ballarò!”), la propria totale alterità a quelle tele-creature putrefatte. Anche se il triste giallognolo da videosorveglianza delle immagini schiacciava tutti quanti, adoranti e subenti lo streaming, in una fissità ben poco vitale. Venne poi lo streaming con Renzi, imposto dalla web-base al riluttante non-Leader, che lo declinò in un nervoso far casino da ripetente in difficoltà nell’orale, oltre che nella condotta. Un non casuale prologo al non-streaming belga del summit con lo “spiritoso” Farage. Venne infine lo streaming invocato dal premier, a suggello beffardo del non-trionfo europeo patito dallo “streamatore” del vaffa: e qui i pentastellati dialoganti parevano una smentita vivente della loro antica ragione asociale. Troppo facile dire “chi di streaming ferisce, di streaming perisce”. Almeno, lo si dica in streaming. Left 07/07/14 Tutti i diritti riservati |