LEMMI LEMMI

 

(Dizionario semiserio)

 

 

QUALITA'

 

 

di Enzo Costa

 

 

 

Oggi si parla di Qualità, anche se, per essere in sintonia con lo zeitgeist italico, più che parlarne bisognerebbe invocarla: l’appello alla qualità è un must decennale, in questo nostro scombiccherato Paese. Non c’è deputato, cittadino, premier, Scilipoti, presidente di Confindustria, sindacalista di base, chef, stilista, chef-stilista, editorialista terzista o antagonista, anchorman, cameraman, presidente della Rai, ad di TeleViggiù, Sgarbi e passante non identificato che, in questo paio di lustri, non abbia lustrato il proprio eloquio inneggiando in favore di telecamera alla qualità (nel senso dell’eccellenza, del valore aggiunto di eleganza e bellezza) in antitesi alla quantità. Tant’è che chi compila questo dizionario ha partorito il seguente aforisma: “Poiché quelli che invocano la qualità al posto della quantità sono in grande quantità, dove hanno sbagliato?”. Massima ripetuta a ciclo continuo, in ottemperanza al suo paradosso umoristico. La retorica scintillante dell’appello alla qualità è il rovescio della medaglia di una crisi desolante: mentre ci si fa belli caldeggiando enfaticamente il Bello, si spengono tanti altiforni, si chiudono stuoli di aziende, si cancellano numerosi marchi, anche prestigiosi. “Qualità! Qualità!”, esortava da bordocampo il ct Prandelli in uno spot del cibo dop irradiato a inizio Mondiali. Sappiamo come poi per l’Italia è andato il torneo calcistico. Speriamo vada meglio il resto.

  Left 12/07/14

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