CHIARI DI LUNEDI'

 

 

 

IL GESTO DELLE MANETTE:

 

 

 TIPICA PICCINERIA ITALIOTA PER L'EUROPA"

 

 

di Enzo Costa

 

 

 

Forse l’immagine che sintetizza al meglio questa campagna elettorale per le europee è quella del cittadino Di Stefano che alla Camera, il giorno del voto sull’arresto del piddino Genovese, fa il gesto delle manette. Non dimentichiamola, quell’immagine, nella sua straordinaria eloquenza: il cittadino Di Stefano, a corredo delle braccia levate e piegate verso l’alto, le mani incrociate a mimare la presa di immaginari schiavettoni, sfodera un sorriso compiaciuto al limite del ghigno, un’ilarità beffarda denunciata dagli occhi strizzati, fessure emananti bagliori di cupa felicità acida. Sprizza contentezza biliosa, secerne allegria rancorosa, il cittadino Di Stefano, eccitato per l’imminente incarcerazione di Genovese. E ci tiene a esibirla, quella sua euforia avvelenata, per il plaudente popolo della rete. Mimica basica e forcaiola che è il biglietto da visita della propria purezza assoluta: non casuale anticipo, in forma muta, dei tribunali del popolo (sempre della rete) rilanciati e prefigurati qualche giorno dopo dal non-Leader dei 5 Stelle, a suggello del suo tour grottesco fra le tragedie del passato (l’evocazione “non-violenta” dei processi popolari istituiti dai terroristi, dopo la parafrasi blasfema di Primo Levi e le spiritosaggini macabre sullo sconfinamento oltre Hitler). Cosa c’entra tutto questo col voto per l’Europa? Nulla, se non la palese volontà di conseguirlo accarezzando ferocemente i bassi istinti degli italiani. E la loro smemoratezza. Ma in chi la memoria la conserva, la speranza resta: il cittadino Di Stefano, con la sua gestualità garrula, sguaiata e ringhiosa, è un remake 2.0 del leghista col cappio e del post-missino che sbevazza e trangugia mortadella: la fine poi fatta dai loro partiti, all’epoca trionfanti, un po’ ci rassicura.

  l'Unità 26/05/14

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