Si sa: non hanno messo le mani nelle tasche degli italiani. Nel senso che per ripetere impunemente a tormentone una bufala del genere, prima hanno messo le mani nei cervelli degli italiani, praticandogli un energico lavaggio. E il candeggio pare funzionare: parli con un assessore comunale in piena angoscia amministrativa da tagli governativi efferati, e ti accorgi che c’è una cosa che l’angustia quasi quanto i conti a rischio dissesto: la sensazione che i cittadini, degli imminenti sfregi ai servizi sociali, non scorgano il lontano mandante (quello che dopo l’austera trasferta brasileira si è ritirato nelle monastiche celle di Palazzo Grazioli), ma possano prendersela con gli incolpevoli esecutori locali: Palazzo Tursi è lì, più accessibile, a un tiro di mugugno più o meno inferocito. E ancora: incontri casualmente un’onorevole genovese d’opposizione, e in quattro piani d’ascensore fai in tempo ad avvertirne un’analoga inquietudine: “Sembra che la gente inizi a capire, ma non è così semplice”, ti confessa, e tu intuisci di una qualche rilevazione del Pagnoncelli doc o taroccato di turno che attesta la confusione psichica dell’italiano medio sulla natura della manovra e l’identità del Manovratore (Truccato). E non basta: vedi, su Primocanale, brevi ma intense risposte desolanti di pochi ma intonsi passanti, nel senso di spiritualmente non toccati dai motivi dell’adiacente protesta sindacale anti-tagli, cui riservano commenti racchiusi nello stretto spettro qualunquistico che va dal soave “Non mi interessa” al più grintoso “Dovrebbero tagliargli anche le balle!” (perdonate l’eufemismo). Insomma, diamogliene atto: lo Statista di Arcore e il suo Quintino Sella (leggi “Papi e il suo Apicella contabile”), schiaffeggiate venerdì le Regioni, al momento ce la stanno facendo. A molti italiani risulta che “non hanno messo le mani nelle tasche degli italiani”: e un furto senza mani, obiettivamente, è il massimo della destrezza. Nel vero significato della parola, e in una sua libera accezione filosofica: “destrezza” come intima natura, principio ontologico della destra italica. Una destra maestra di furbizia propagandistica e manipolazione informativa: talenti non comuni, ma certo più agevolmente esercitabili quando si dispone della quasi totalità dei mezzi catodici per sfoderarli. Però non sottovaluterei la soprastante specificazione temporale: il Manovratore (Fardato) e Tremonti ce la stanno facendo “al momento”. Non per forza dev’essere un momento eterno: perché sindaci e Presidente della Regione non calibrano una strategia ad hoc? Su queste pagine, Marta Vincenzi, rispondendo a Vittorio Coletti, ha esposto fatti ed argomenti. Ma, rispetto al grosso dei cittadini, è nel video che si gioca la partita decisiva degli amministratori locali: ogni volta che vanno in tv, anche se interpellati sul ciclismo o sul bricolage, smontino le bufale dette e ridette dalla destr(ezz)a di sgoverno dicendo e ridicendo pazientemente, didascalicamente, noiosamente la verità su pessima qualità della manovra e pesanti responsabilità del Manovratore (Liftato). Chissà che il bucato dei cervelli, alla fine, non si riveli un buco nell’acqua.
Repubblica Genova 12/07/10 Tutti i diritti riservati |