Non si è fatto caso allo “tsunami umano”. Certo, prima e dopo ci sono stati “fora dai bal”, “non possiamo sparargli, almeno per ora”, e via secernendo odio lessicale padano sui migranti. Ma quell’amabile definizione meritava una riflessione: un capo di governo che equipara liberamente i profughi, persone deboli, in grave difficoltà e a rischio di vita, ad una terrificante catastrofe naturale che devasta l’ambiente: è un’aggravante che lo abbia detto senza piena consapevolezza del senso e del peso di quelle parole. Come quando ha rispolverato (davanti a neolaureati premiati!) l’ameno aneddoto sul proprio imbarazzo nel trovare un complimento per un disabile fisico: ne mimava ilare e compiaciuto la camminata sbilenca. Incapace di capire come messaggi simili possano ferire e diseducare. Ma si sa: Lui è un grande comunicatore. Della propria contagiosa mediocrità. Il comunicatore finale l'Unità 18/04/11 Tutti i diritti riservati |