Mi ci sono appassionato. Vado matto per la saga celtica delle esternazioni da tiggì di Bossi: mi intrigano le location, interni di osterie, vestiboli di taverne, privé di bettole adibiti a sedi di summit strategici o quarti di finale di Miss Padania, emananti effluvi di cassoeula al solo guardarli, dall’arredamento visibile o intuibile di teste di cinghiale, lepri impagliate, Trota semovente, Rosi Mauro, cimeli quali copie in truciolato dell’ampolla del Po, firme olografe di cugini del Professor Miglio, braghe rosse di Calderoli. E mi intriga indovinare, dalle prime immagini brumose, l’effetto che quel microclima, quel giorno, produrrà su Bossi: dirà che è ineluttabile il voto o il federalismo? Brandirà il dito medio o scaglierà una pernacchia? Sputerà su Casini e riabiliterà Fini o viceversa? A volte ci prendo, a volte no, ma posso sempre rifarmi: l’indomani c’è un’altra puntata. L'Unità 10/01/11 Tutti i diritti riservati
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