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Caro Dottor Pagnoncelli, la gentilezza che La caratterizza, e il fatto che Lei non sia un frequentatore assiduo di Porta a Porta, mi inducono ad indirizzarLe questa mia, malgrado quanto io stesso abbia firmato in passato sul Suo settore di attività (“Quando le crisi sono profonde scoppiano le rivoluzioni. Quando sono irreversibili fioriscono i sondaggi”). L’idea di scriverLe me l’ha data la nuova serie di Ballarò, nella cui prima puntata (quella che era slittata per cause di Vespa maggiore) Lei ha fornito delle rilevazioni statistiche che mi hanno colpito: attestavano come – per gli italiani – l’intervento più efficace del governo fosse stato quello in Abruzzo, e come la stragrande maggioranza dei nostri connazionali asserisse di non aver cambiato idea sul nostro Premier a seguito delle notizie “tarantiniane” (diciamo così) emerse sul suo conto. A me è saltato agli occhi un elemento: il dopo-terremoto era stato, specie nelle settimane a ridosso del sondaggio, il tema più affrontato dalla tivù, con tutta l’enfasi filogovernativa del caso (vedi, ma non solo, il Vespa maggiore di cui sopra); l’affaire escort e dintorni scostumati, al contrario, quello più eluso, minimizzato e nascosto dai nostri media televisivi. Vede anche Lei, caro Dottor Pagnoncelli, ciò che vedo io? Laddove, mediante un martellamento sistematico di tiggì Raiset e docufiction sullo sciame Silvico sui luoghi del sisma (con gli opportuni omissis sui moltissimi terremotati ancora privi di un tetto, e sul fatto che le casette per Onna provenissero in realtà dalla provincia di Trento), laddove mediante tutto ciò, dicevo, si è mostrata una certa “realtà”, gli italiani si sono fatti l’opinione di un governo tosto e operativo; laddove, invece, circa i festini di Stato, la tivù ha scientificamente occultato, le coscienze dei cittadini non hanno sussultato (da qui l’assalto azzurro ad Annozero, reo di aver tentato di squarciare il velo catodico sul velinismo di Palazzo Grazioli). Un elemento che mi pare significativo. E meritevole di una proposta: i sondaggi sul grado di conoscenza degli italiani. Perché, caro Dottor Pagnoncelli, invece – o perlomeno prima – di sondare le opinioni delle persone, non provare a testare, con apposite domande nozionistiche, la loro informazione sui fatti? Per esempio: preliminari alla domanda “Come valuta la sentenza civile sul lodo Mondadori?”, questi quesiti: “Cos’è il lodo Mondadori?”, “Quali fatti e sentenze penali hanno portato alla sentenza civile sul lodo Mondadori?”. In attesa di una Sua cortese risposta, La saluto cordialmente Enzo Costa
IPSOS dixit l'Unità 12/10/09 |
INDICE:
363) Se il sondaggio non sonda NEW
362) Memoria Annozero NEW
361) Falsi d'Arcore
360) La prova decisiva
359) Saviano e le parole dell'Italia
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