LA COAZIONE A RIPETERE

 

 

DELL'EX MINISTRO SCAJOLA

 

 

 di Enzo Costa

 

 

 

Al netto di sospetti fondati e malignità scontate (ovvero gentilmente offerte con lo sconto da qualche sconosciuto), siete divorati da una curiosità filosofica ed antropologica sull'incomprensibile linea difensiva di Scajola? Figuratevi il sottoscritto, che vive questa vicenda come una replica colossal (anche nel senso del Colosseo) di un piccolo episodio di poco più di un anno fa. Epoca in cui scoprii e poi narrai in un lanternino il caso del Premio "Penna d'Oro", attribuito, nel febbraio del 2009, nella sua forma canonica al vaticanista Rai Fabio Zavattaro, ed in quella straordinaria a sorpresa, per l'appunto, all'allora ministro Scajola. La sorpresa fu duplice: per il ministro, che ritirò l'inattesa onorificenza al Casinò di Sanremo esibendo l'incantato stupore di un bimbo. E per me quando, dopo una veloce ricerca sul web, venni a sapere che a presiedere la Giuria di quel prestigioso riconoscimento c'era la consorte del ministro medesimo. Come dicevo, tradussi in lanternino il frutto della mia navigazione in rete, ma mal me ne incolse: mi giunse prima una telefonata piuttosto spiccia di non so quale addetto ministeriale, poi una chiamata più cortese di una gentile collega addetto stampa del Premio suddetto: entrambi tenevano a rettificare la mia versione dei fatti, e ad annunciare l'invio di un comunicato che avrebbe fornito quella esatta. Il comunicato arrivò, carico di un alone soprannaturale: benché spedito via mail, emanava incenso, contrassegnato com'era dall'intestazione "L'Antico Monastero della Visitazione", da un solenne plurale maiestatis e dalla firma autografa del Presidente dell'Ordine degli Aggregati della Visitazione di Sanremo (potenza sacrale dei genitivi monastici). Mittente che mi spiegava puntigliosamente come in realtà il vero Premio "Penna d'Oro" fosse quello conferito al giornalista Zavattaro, e come quello assegnato al ministro fosse un premio a latere, il Premio "San Francesco di Sales" (patrono dei giornalisti). Poi, una precisazione in neretto: "si è voluto che il conferimento del premio non venisse comunicato neppure al presidente della Giuria del 'Penna d'Oro' la prof. Maria Teresa, moglie del Ministro". Qui devo confessare una mia colpa e accampare un paio di attenuanti: la colpa, di cui ancora mi pento e mi dolgo, fu quella di non riuscire, per ragioni di spazio, a far ospitare sul mio giornale tale devota precisazione monastica. Un'attenuante, lieve, fu quella di pubblicarla integralmente sul mio sito (così come l'allora ministro la pubblicò sul suo), ove è ancora consultabile. Un'attenuante più sostanziosa, ai limiti della prova a discarico, fu quella derivata da una mia più approfondita ricerca su Internet, i cui risultati illustrai poi nella mia replica (anch'essa sul mio sito): appurai non solo che altri organi di informazione, on-line e non, avevano dato la notizia del premio "a sorpresa" al ministro parlando genericamente nei loro titoli di "Penna d'Oro", senza per questo essere stati smentiti da alcun monastero. Ma soprattutto che nell'edizione dell'anno precedente, il 2008, le motivazioni dei riconoscimenti per le due distinte sezioni ("Penna d'Oro" e "San Francesco di Sales") erano state rese note dalla Presidente di Giuria, professoressa Scajola, che dunque sembrava presiedere il tutto. Invece ora stizzito addetto ministeriale, affabile addetto stampa e mistico mittente monastico giuravano che, per l'edizione 2009, lei non c'entrava nulla: come scrissi in replica, era stata una sorpresa per entrambi i coniugi (carrràmba!). Chissà com'era stato duro, tenere all'oscuro la Presidente di Giuria, posto che l'anno prima le avevano affidato anche la motivazione del Premio "San Francesco": immaginai dialoghi del tipo: "Ma perché non me lo dite?" "Perché no!".

Quello che non immaginavo è che tale buffa, lunare spiegazione ufficiale, sarebbe stata un'anticipazione dell'attuale "alibi" ministeriale: gli hanno pagato oltre metà di casa sua a sua insaputa, così come gli avevano dato un premio all'insaputa sua e della sua dolce metà che pure lo presiedeva. Gli innocentisti penseranno ad una vocazione a ricevere omaggi disinteressati. I colpevolisti, ad una coazione a ripetere storielle incredibili.

 

Claudio Scajola, sua moglie Maria Teresa Verda e Vescovo di Sanremo, S.E. Mons. Alberto Maria Careggio, nel corso della cerimonia nel Monastero della Visitazione, seguita alla Santa Messa in onore di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

Repubblica Genova 10/05/10

Tutti i diritti riservati 

 

 

HOME

 

INDICE:

 

431) La coazione a ripetere

dell'ex ministro ScajolaNEW

 

430) Sentimental NEW

 

429) Rogito ergo sum NEW

 

428) Nucleare, Putin e Berlusconi

 

427) Pensieri Fini

 

426) Sani veleni

 

CLICCA QUI per L'INDICE di tutti i semifreschi

 

 

ShinyStat