di Enzo Costa
Esiste una
sorta di piccola buona stella del disagio. Di minima Provvidenza delle cattive
acque. Quella che di questi tempi, nel nostro travagliato paese - o meglio
nella sua curiosa rappresentazione televisiva - veglia sul pensionato che tira
la cinghia. Sull’operaio che non arriva a fine mese. Sul precario dal futuro
oltremodo insicuro. Figure umane dolorosamente presenti nel paesaggio sociale.
Oggi come due e più anni fa. Per buttarla in politica, durante l’attuale
governo Prodi così come nei cinque anni dell’esecutivo Berlusconi (con la lieve
o discreta differenza che il governo in carica, contro i disagi dei più deboli,
qualcosa ha iniziato a fare). Solo che all’epoca di Silvio sgovernante, il
pensionato squattrinato era pure televisivamente abbandonato: nel senso che nel
Tg1 non ci finiva proprio. In aggiunta alle gravi difficoltà economiche, pativa
una totale invisibilità catodica: il principale telegiornale nazionale non ne
parlava, non lo mostrava, non lo braccava con le telecamere nella sua faticosa
quotidianità (per non dire del Tg2, del Tg4, del Tg5, di Studio Aperto). I
panni (sociali) sporchi, con Berlusconi a Palazzo Chigi e Grazioli, non
andavano lavati nel più importante tg del servizio pubblico. Così voleva
l’allora direttore Mimun. Mentre ora, ed è questa la protettiva congiunzione
astrale cui accennavo all’inizio, quello stesso pensionato squattrinato (e con
lui, occupati più o meno stabili ma sempre pocotenenti) lo si vede spesso. Non
soltanto al Tg1, adesso diretto da Riotta (e al Tg2, e al Tg3, e al Tg4, e a
Studio Aperto, e – ancora martedì scorso – a “Porta a Porta”, con Tremonti
benedicente le famiglie indigenti). Ma pure al Tg5, che non si limita a
mostrarlo se e quando scende in piazza. Ma – prima ancora – quando fa la spesa:
ecco a voi la cronaca filmata della giornata disperata di un paradigmatico
italiano non più giovane in balia del caro vita. Le sue peripezie al
supermercato. La sua dura lotta col portafoglio vuoto. Squattrinato e
sconfortato, ma perlomeno irradiato via etere (consolazione anoressica, ma pur
sempre consolazione). I panni (sociali) sporchi, con Prodi a Palazzo Chigi,
vanno lavati eccome, nel più importante tg del network privato. Così vuole
l’attuale direttore Mimun. Un omonimo di quell’altro. P.S. A
scanso di equivoci strumentali, non mi riferisco a vicende di difficoltà
economiche sfociate in tragedia: di quelle si parla oggi in tutti i tiggì così
come – ovviamente – si sarebbe parlato negli anni passati.
Quasi pensionato (dalla maggioranza) VUOI LEGGERE LA REPLICA DI MIMUN E LA CONTROREPLICA DI ENZO?
da L'Unità, 26 ottobre 2007
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