CHIARI DI LUNEDI'  

 

 

DALL'ALTARE ALLA POLVERINI:

 

,

UNA POLITICA SEMPRE PIU' SFRENATA

 

 

 di Enzo Costa

 

 

 

Può darsi che, nel tempo intercorrente fra l’invio di questo articolo e la sua pubblicazione, Renata Polverini sia comparsa alla Domenica Sportiva, a Telecamere Salute e in un’edizione notturna straordinaria ad personam del Tg4, indossando sempre un abitino color bianco innocenza e un’espressione di sana indignazione popolaresca. E che, nell’identico lasso temporale, dalla Capitale a Frosinone siano stati affissi enormi manifesti abusivi con la sua faccia genuinamente segnata e la scritta a caratteri caratteristicamente cubitali “Dopo che li ho mandati a casa, li ho chiusi dentro e ho buttato la chiave!”. La domanda sorge spontanea: ma lei a casa quando ci va? E non è una semplicistica esortazione grillesca alla piazza pulita ai danni di chiunque abbia fatto politica, o un’altrettanto rudimentale invocazione alla rottamazione di stampo renziano. L’interrogativo va inteso in senso letterale: ma quand’è che l‘ex Governatrice sentirà il bisogno di cinque-sei giorni di pausa fra le mura domestiche, la necessità esistenziale di un tè nel tinello, l’urgenza metabolica di meditare su se stessa, la politica, la vita, ispirata da un pediluvio domiciliare? “Basta, datemi tranquillità!” implorava feroce mercoledì ai cronisti che la braccavano. Poco dopo, invece della porta di casa, apriva Porta a Porta. Non regge la spiegazione corrente “È nata politicamente a Ballarò ed è defunta politicamente a Ballarò”: sia perché, oltre che da Floris, si va spalmando su tutti i palinsesti; sia perché in lei non c’è traccia di (elaborazione del) lutto ma, all’opposto, un’ipervitalistica, compulsiva frenesia da visibilità. Questo suo esagitato non-epilogo (nomine in punto di dimissioni comprese) racconta la patologia della politica. Che – non tutta, ma in gran parte - è sfRenata.

  l'Unità 24/09/12

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