CHIARI DI LUNEDI'
I PIU' SIGNIFICATIVI SINTOMI
DELLA SINFROME DI PONTASSIEVE
di Enzo Costa
Riguardo riforme istituzionali e legge elettorale, siete anche voi, come il sottoscritto, in preda alla Sindrome di Pontassieve? Avvertite, cioè, tutti i limiti dei progetti in via di discussione (per usare un eufemismo, sia per “limiti” che per “discussione”), ma – al contempo, e ancora di più – tutti i rischi di ri-sprofondare, in caso di stop a quei progetti, nella palude dell’eterna inconcludenza italica? Io cerco di cavarmela con una sorta di training autogeno volto alla minimizzazione estrema dei suddetti limiti. Per esempio: “È vero, nell’Italicum mancano le preferenze: a me dispiace, ma a quelli come Fiorito di più!”. E ancora: “Sarebbe meglio un premio di maggioranza al primo partito, e non alla prima coalizione. Comunque nulla toglie che al primo partito possa andare il premio della critica”. Oppure: “Certo che avere Calderoli come co-relatore della riforma del Senato non è esaltante. Ma è confortante che, fino ad ora, non abbia esibito magliette con vignette anti-senati elettivi nelle repubbliche islamiche!”. E poi: “È innegabile che il patto del Nazareno abbia qualcosa di oscuro e opaco. In compenso, rispetto ai vecchi patti del Bunga Bunga, non ha imposto il pernottamento al contraente più giovane”. E inoltre: “Ho qualche dubbio sulla bontà di un Senato non elettivo. Ma ho la certezza che il senatore De Gregorio era stato regolarmente eletto”. E infine: “È giusto difendere il ruolo del Parlamento, luogo per eccellenza della rappresentanza e della libertà di confronto. Però lo dice Grillo, quello che è per la democrazia diretta (da lui), e contro l’articolo 67 (oltre che contro quasi tutti gli articoli dei giornali)”. Lo so: come scrivevo, sono minimizzazioni estreme, che per di più portano a consolazioni minime. Derivano pur sempre una Sindrome. l'Unità 21/07/14 Tutti i diritti riservati |