tutti i diritti riservati
Quando le crisi sono profonde scoppiano le rivoluzioni. Quando sono irreversibili, fioriscono i sondaggi. Ed è tipico di questa seconda condizione l’alternarsi di rilevazioni statistiche e inchieste giudiziarie: “indagini scottanti”, “perquisizioni a tappeto” e “clamorosi sviluppi” prima e dopo l’ultimo responso del campione rappresentativo dei (dis)gusti politici. Già, la politica: in balia delle opinioni della ggente o delle intercettazioni degli inquirenti, sempre sulla difensiva. Bene che vada, a rincorrere o cavalcare gli umori popolari; male che capiti, a barcollare o capitolare sotto una gragnuola di avvisi di garanzia. Facile, in entrambi i casi, elencarne le imputazioni: politica pavida, senza visioni, incapace di emendarsi, di lasciare impronte se non quelle digitali. Se poi, nel suo Capo Supremo, con una mano pratica il Sondaggio Continuo e con l’altra ricerca l’Impunità Assoluta, la deplorazione scatta automatica. Ma forse anche semplificatoria: possono oscenità politiche come lodo Alfano e “processo breve”, derivate da sfacciate condotte private e spacciate come ricette salvifiche mediante apposite manipolazioni catodiche, definire una volta per tutte, e per tutti, i ruoli in commedia? La politica, qualunque politica, in quanto oggetto di “indagini scottanti” e “perquisizioni a tappeto” con relativi “clamorosi sviluppi”, è sempre colpevole, se non altro di debolezza? Relativamente alle indagini scottanti e annessi sui fondi europei in Regione, ho salde incertezze, tranne la mia miscredenza verso ogni teoria cromatica: per me, le toghe azzurre - come quelle rosse – non esistono. E non solo perché, vista l’inchiesta bipartisan in questione, stavolta in procura si porterebbe uno spericolato melange di tinte, ai limiti dello psichedelico. Credo semplicemente che i magistrati, salvo prova contraria, facciano il loro mestiere, come disporre indagini quando hanno sentore di reato. Mi chiedo però, rispetto a questo caso, quale sia il mestiere dei politici: dal pochissimo che so e intuisco, qui hanno impiegato proficuamente i fondi europei. Certo, occorre intendersi su quell’avverbio: proficuamente per chi? “Proficuamente” potrebbe stare per “abusivamente”, “truffaldinamente” e via distraendo il denaro pubblico e continentale. Di sicuro, però, una situazione opposta sarebbe stata da sentenza senza appello: fondi europei non utilizzati uguale politica incapace. Inetta se non corrotta. Ne avremmo detto peste e corna. Così non è stato. Ne stiamo pensando (se non dicendo) peste e corna perché, per l’appunto, la politica avrebbe fatto il contrario. “Proficuamente” in senso negativo. Società accreditate di quotati consulenti a gestire le pratiche. “Proficuamente” in senso negativissimo. Ma Burlando dice che la Commissione Europea avrebbe apprezzato l’utilizzo di quei fondi. “Proficuamente” in senso positivo. Dunque, grazie all’opera dei consulenti. “Proficuamente” in senso positivissimo. Ne ricavo solo dubbi: forse qui il confine c’è, ma è labile. Forse i furbi e i corrotti giocano su questo. Forse i capaci e gli onesti, operando, rischiano ingiustamente. Forse un’inchiesta giudiziaria può essere utile a distinguere. Forse è ingenuo oppure nevrotico ritenere che, in materie simili, tutto sia regolamentabile. Forse è sbagliato pensare che un politico sia sospettabile anche solo se scambia convenevoli con un tecnico. Forse sono cattivi esempi passati a farcelo legittimamente pensare. Forse, in attesa dell’ultimo sondaggio, avrei bisogno di qualche parere autorevole.
"Proficuo o non proficuo? Questo è il problema!" Repubblica Genova 23/11/09 |