Quando c’era Lui gli elicotteri arrivavano in orario, perlomeno il Suo. Quando c’era Lui i ristoranti erano pieni di gente e i telegiornali erano pieni di balle. Quando c’era Lui non c’era la crisi e c’era Minzolini. Quando c’era Lui fra i due precedenti fenomeni, a occhio, c’era un legame, fermo restando che - dei due - il vero fenomeno era il secondo. Quando c’era Lui cresceva costantemente il Pil, limitatamente al comparto della produzione di barzellette. Quando c’era Lui non faceva come Monti: la Merkel la metteva in riga, a suon di severissimi “cucù”. Quando c’era Lui avevamo una grossa credibilità internazionale. Quando c’era Lui quella appena scritta, obiettivamente, era la Sua barzelletta più divertente. Quando c’era Lui erano tutti più allegri e spensierati, specialmente all’estero, dove ridevano tantissimo (di noi). Quando c’era Lui il mondo era più tranquillo, Obama era abbronzato, Putin era così buono che regalava lettoni, Gheddafi era così sereno che internava pacificamente profughi e oppositori, Mubarak era felice, la sua nipotina di più. Quando c’era Lui, tutti quanti avevamo fiducia nell’euro, compreso Lui, che difatti con l’euro ci pagava le olgettine. Quando c’era Lui anche la tv era più avvincente, volete mettere la pirotecnica fiction della ricostruzione dell’Aquila con le noiosissime cronache sugli attendati dell’Emilia? Quando c’era Lui i terremoti erano uno spettacolo diretto da Bertolaso, e male che andasse ci allestivano un G8. Quando c’era Lui al governo non c’erano i tecnici ma i politici, in un crescendo di statisti che andava da Brunetta a Bondi alla Gelmini a Bossi a Calderoli: poi – per il gusto perverso e masochistico di arrestare l’evoluzione della specie - Lo hanno fatto cadere prima che desse un sottosegretariato a Scilipoti. l'Unità 02/07/12 Tutti i diritti riservati |