CHIARI DI LUNEDI'

 

 

QUELLE STRANE DISERZIONI DI SILVIO

 

 

VISTE CON LE MAGAGNE DI POI

 

 

 di Enzo Costa

 

 

 

La cosa più suggestiva, a questo punto, sono le diserzioni: anche nel pasticciaccio brutto dell’oscuro sequestro del povero ragionier Spinelli, salta fuori il dettaglio di un darla buca di Silvio chiaritosi – nelle sue reali motivazioni – a magagna svelata. Ma quale influenza! Ecco perché mancò all’appuntamento con Monti e annullò la trasferta a Bucarest per una riunione del Ppe: era impegnato in un summit segreto col tesoriere “rapito” e con l’apposito Ghedini. Evento le cui già intense suggestioni, fra l’iniziatico ed il penalmente inquietante, si rinvigoriscono col ridestarsi di memorie di altri, precedenti, illegittimi impedimenti. Massì, quando si seppe della sua sfibrante vita bungabunghesca si scoprirono le vere cause di diverse sue strane latitanze (persino, se ben ricordo, l’assenza al funerale di un militare caduto in una missione internazionale, funerale tenutosi improvvidamente poche ore dopo una cena particolarmente “elegante”). Urge revisionismo assenteistico? Va riscritta la storia d’Italia rivisitando le assenze del Cavaliere? Il pensiero corre curioso e malizioso a forfait dalle ragioni misteriose: per esempio quando, all’ultimo, declinò l’invito a Porta a Porta: ricordate? Il fido Vespa, pur con un diavolo per neo, si affannò a spacciare una spiegazione ufficiale accusando una presunta par condicio che – causa la successiva partecipazione di Bersani – avrebbe imposto la presenza del segretario Alfano in luogo di quella di Silvio. Chissà, invece, perché mai Lui disertò quella puntata: una banda di malfattori italo-norvegesi aveva rapito Apicella chiedendo 100 milioni in cambio di un dvd con Fassino nudo che sussurrava a D’Alema “Abbiamo una barca”, e Silvio era riunito per un briefing blindatissimo con Ghedini, Briatore e 27 olgettine?

 

  l'Unità 25/11/12

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