CHIARI DI LUNEDI'
QUELLO SGOMENTO METAFISICO
FORMATO COMUNICATO DI BONDI
di Enzo Costa
Non scrivendo sul Fatto Quotidiano e non avendo mai ordinato o partecipato ad un V-day, non sono propenso a credere a Daniela Santanché, per esempio al suo blaterare lievemente nervoso di una garanzia poi rimangiata da Napolitano di un salvacondotto per Berlusconi, all’origine del governo delle larghe intese. Non sono un cultore della politica splatter, col suo indotto di dietrologie fanatiche tanto più rilanciate quanto più smentite dalla realtà, buone per venire spacciate come oppio del popolo della rete. Certo, un volta mi capitò di cogliere tracce di verità nel Verbo della Nostra: fu quando affermò che Silvio le donne le concepiva solo in orizzontale: chissà perché, mi sembrò sincera. Ma erano altri tempi, tempi di larghe offese a destra, e quel mio dar credito a Daniela un’eccezione alla regola. Eccezione rinnovatasi più di recente, quando, subito dopo la sentenza della Cassazione sui diritti tv, aveva svelato un proposito del Cavaliere: “Non andrà agli arresti domiciliari, non chiederà l’affidamento ai servizi sociali” ringhiò perentoria alle telecamere la pitonessa, esibendo un raro poliglottismo faunistico “andrà in galera!”, soggiunse con un sorriso mordace. Il mio ricordo può essere impreciso: ma nelle parole, non nella sostanza. Mi pare pure che per “galera!” avesse adottato una scansione sillabica, “ga-le-ra!”, conferente all’intendimento del Capo un piglio littorio: la “bella galera” come versione fardata della “bella morte” della fine di un altro Ventennio. Lì per lì ci credetti, allarmandomi: anche per i miei limiti professional-culturali esposti all’inizio, non mi entusiasma immaginare qualcuno, chiunque sia, in carcere. Ma ora appare evidente che il mio era un allarme immotivato: vedete che non è il caso di credere a Daniela Santanché? l'Unità 28/10/13 Tutti i diritti riservati |