La pronuncia sforzandosi di istituzionalizzare il tono, solennizzare il suono. Però quando Schifani dice la parola “stabilità”, lo tradisce lo sguardo: gli viene l’occhietto strizzato, spia di un’astuzia autocompiaciuta o malcelata, poco super partes. A guardarlo bene, ma pure a captarne l’artificialità delle pose oratorie, si capisce che “stabilità” è sinonimo di “Silvio ora e sempre”. La “stabilità” invocata dagli italiani che lui, Presidente del Senato, istituzionalmente interpreta, vuol dire “Non disturbate l’Utilizzatore Finale”. Stride un po’, questo Schifani teorico della calma di governo come Bene Supremo, con lo Schifani che, da capogruppo azzurro al Senato, dava assalti quotidiani al governo Prodi (dalla maggioranza esile quale quella di Papi oggi alla Camera), fra agguati parlamentari e dileggi ai senatori a vita. Ma quella era la sua vita (pardon, legislatura) precedente. L'Unità 27/12/10 Tutti i diritti riservati
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