Mi scusi, Presidente Berlusconi: ma non diceva che la Corte Costituzionale era un covo di giudici comunisti che emetteva sentenze comuniste? Non lo andava ripetendo all’estero e in Italia, da Bonn ad Arcore, via web agli indomiti Promotori della Libertà e al telefono con i devoti Responsabili, nelle pause del bunga bunga e nel corso di Porta a Porta? E allora, anche prescindendo dal computo integrale di tutti i verdetti della Consulta, dal fatto che in passato avesse decretato l’incostituzionalità di molte leggi approvate dal centrosinistra, come spiega che pochi giorni fa la stessa Consulta abbia bocciato norme contro il lavoro precario varate dalla Regione Puglia? Se era comunista, com’è che annulla le leggi del comunista Vendola? A Suo parere, com’è che il centrosinistra, per questa sentenza, non ha dato della berlusconiana alla Corte? Sarà mica perché il centrosinistra, a differenza di quanto fa Lei, ritiene istituzionalmente sano rispettare le sentenze, comprese quelle avverse? E soprattutto, com’è che Lei, Presidente Berlusconi, dopo questa sentenza, non ha detto nulla, non ha fatto autocritica, non ha ammesso di aver proferito da tempo e dappertutto, di persona e in collegamento, una bufala? Sarà mica perché è politicamente comodo ripetere una bufala conveniente (che si ficca nella testa della gente) e tacere una verità imbarazzante? Mi scusi, Direttore Minzolini: ma non potrebbe fare finalmente chiarezza sul caso dell’intervista al Presidente Berlusconi sospettata di essere stata realizzata mediante l’utilizzo, da parte del Presidente medesimo, del gobbo? Non pensa che sia un sospetto grave, meritevole di essere smentito da parte di chi pratica un’informazione corretta? Non crede che il fatto che anche il Suo comitato di redazione avesse chiesto spiegazioni, Le imponga di far luce su questo episodio? Non ritiene che qui non si tratta del taglio dato ad una notizia, della maggiore o minore rilevanza attribuita ad un fatto, della opinabile ma libera linea editoriale di un notiziario della tv pubblica, bensì di un sospetto di truffa ai danni dei teleutenti? Non pensa cioè che, come già scritto, sarebbe giornalismo taroccato, una sorta di tresca fra “intervistatore” ed “intervistato”, presentare come parole spontanee e non preparate la non rivelata lettura di risposte scritte (grazie alla precedente visione delle domande) su un dispositivo elettronico? Non pensa, caro Direttore, che se la tresca non c’era, affermarlo e dimostrarlo sia innanzitutto nel Suo interesse? Ciò, ovviamente, qualora non l’abbia già fatto. Se invece lo ha già fatto, mi scusi. l'Unità 11/03/11 Tutti i diritti riservati |