Pensate cosa volete, ma a me affascina, Mario Sechi. Per cosa dice (a commento del voto, “devono preoccuparsi Berlusconi e Bersani”), e per come lo dice. È lui, il temerario direttore del Tempo, il nuovo avamposto umano della destra giornalistica da talkshow. Più avanti di Feltri. Molto oltre Sallusti. Al di là di Belpietro e di Porro. È lui, il kamikaze Sechi, l’uomo chiamato ad immolarsi incenerendo verità e matematica pur di far fuori a parole gli infedeli del Pd, pur di lesionare con analisi surreali la vittoria dei sinistri, pur di crivellare a colpi di “ma” gli occupanti rossi i palazzi comunali. L’aria gelida, il ghigno (ag)ghiacciato di chi sa che la sta sparando enorme ma è lì per quello, col centrosinistra trionfante a Torino, Bologna, Milano e Napoli, sibila algido che se il Premier piange il segretario del Pd non ride. E a Sechi non scappa da ridere. l'Unità 06/06/11 Tutti i diritti riservati |