ZONA CRITICA
L'ITALIA STREGATA DA UN NUOVO MITO:
IL SEMPLIFICATORE INTEGRALE
di Enzo Costa
Una volta il Semplificatore Integrale lo trovavi solo al bar. Al più, al mercato. E lo ascoltavi con sollievo, come breve intervallo umano alla terrificante complessità del mondo che ti assediava: la stecca in mano (o i carciofi incartati sotto il braccio), ti spiegava in pochi minuti come fosse facile sconfiggere la disoccupazione, o battere la Juve, o risolvere il problema dello smog e quello della forfora, che erano intrecciati (semplificatore sì, ma fino ad un certo punto). Ti diceva in una frase o due chi erano i colpevoli (quasi tutti gli altri), e chi aveva in tasca la ricetta salvifica: solo ed esclusivamente lui. Ascoltarlo, dicevo, era un piacevole svago: sorridevi a quelle rodomontate perché per un attimo ti sottraevano all’inestricabile groviglio della quotidianità, e perché non ci credevi, e non ci credevano gli altri fruitori, e forse nemmeno lui, il Semplificatore Integrale. Che, difatti, le sue sparate le riservava a pochi intimi, poiché una riserva di senso del limite la conservava. E quando la esauriva, finiva a Portobello, a spiegare alla Nazione come azzerare la nebbia in Val Padana radendo al suolo il passo del Turchino, fra gli sghignazzi di tutti. Altri tempi. Oggi il Semplificatore Integrale è dappertutto. Essendo, innanzitutto, sul web. È lì che twitta compulsivamente come smaltire tutti i rifiuti, chi fare Papa, che fare per gli esodati e/o i padri separati. È su Facebook, a fronteggiare il caos a colpi di “mi piace” e “non mi piace”, con la stessa, primordiale logica binaria dell’antico “buono-no buono” di Andy Luotto a L’altra domenica. Solo che lui non lo fa per ridere: lo fa sul serio, senza un dubbio, una sfumatura, una subordinata. E cresce e si moltiplica, dentro e fuori la rete: è in tv, a dirci che la politica fa tutta schifo, che la colpa è solo della casta, o delle banche, o dei sindacati. È in politica, magari ci è appena entrato sotto una luccicante e trionfante insegna a cinque stelle, a dirci che basta eliminare tutti i politici. È nell’impresa, nelle professioni, nelle corporazioni, a dirci che la colpa è sempre degli altri, e mai la sua. E più si moltiplica e più ci contagia, e più diventiamo lui e brandiamo felici e feroci sentenze sommarie. Ciò che non cambia e resta è la complessità della società, della vita, del mondo. Ma se ne parla poco, pochissimo, solo in qualche bar di provincia o, molto raramente, dall’ortolano. QUI la versione cartacea dell'articolo IL VENERDI' DI REPUBBLICA n° 1303 08/03/13 Tutti i diritti riservati |