Più che
magra, come consolazione, è anoressica: parlo di quella che si prova leggendo
l’amaro sarcasmo dei lettori che segnalano il “miracoloso” diradamento da molti
tiggì dell’allarme sicurezza, della catastrofe spazzatura, del dramma miseria,
e via dipingendo catodicamente un Paese precipitato nell’abisso a causa di un
biennio di centrosinistra. Consolazione derivata dal non sentirsi soli
nell’appurare il fulmineo ritorno all’ottimismo delle televisioni
berlusconizzate: i cittadini più avveduti se ne rendono conto. Non solo chi
scrive ad un giornale fazioso come questo. Ma anche i lettori di quotidiani
“indipendenti”, le cui rubriche della posta ospitano missive che descrivono il
curioso fenomeno: a elezioni fatte, da quasi tutte le news sta prodigiosamente
ridimensionandosi la cupa emergenza Italia (leggi “l’emergenza
Prodi-Veltroni-Rutelli”), e i cieli si vanno tingendo via etere di un
rasserenante azzurro-libertà. Dunque, non pochissimi e buoni (ovvero ancora
dotati di senso critico), gli italiani che constatano la progressiva
cancellazione dagli schermi dello spettacolo di successo (elettorale) a base di
città degradate e male asfaltate, in balia di criminali immigrati e rifiuti ammonticchiati.
Per l’appunto, un motivo di consolazione: ma dalle fattezze smunte. Intanto,
perché questi cittadini consapevoli delle telemanipolazioni restano una
minoranza (magari numericamente sovrapponibile a quella sconfitta nei seggi). E
poi, perché – con la sensazione di aver giocato una partita elettorale truccata
– cresce l’insofferenza per quanti tra i perdenti – ancora oggi, a muso
sbattuto contro il muro del conflitto di interessi fatto Premier – si ostinano
a minimizzare l’influenza della tivù negli orientamenti politici. Masochistica
coazione a ripetere errori di valutazione, propedeutica a nuove, future
sconfitte epocali. Com’è
ovvio, la realtà, con le sue dure evidenze, non può essere del tutto occultata.
Ma adesso la si confeziona con altra cura: il problema rifiuti – perciò – ogni
tanto ritorna. Impossibile nasconderlo sempre sotto il tappeto di altre
notizie. Però non è più una rubrica fissa. Quasi mai figura nei titoli o nei
servizi iniziali. Ci si affida di più a pacate corrispondenze dei redattori
delle testate regionali e meno ad invasatissimi inviati incaricati di mettere
il microfono in bocca a folle esagitate contro questa o quella discarica.
Molteplici, le tecniche di rimozione e superamento dei recenti scenari
apocalittici: per esempio, non si tace – ma solo in giornate di approdi
cospicui – dei barconi di clandestini a Lampedusa, però li si relega a fine
notiziario, e mai con dignità di titolo d’apertura. Oppure, se ci scappa un
morto peruviano in una rissa milanese, lo si narra in tutta fretta e
asetticamente, senza carichi ansiogeni improntati all’accusa
all’amministrazione comunale lassista (in questo caso di centrodestra) rea di
non fronteggiare il Crimine dilagante. Idem, per calci e pugni indigeni
tragicamente sferrati in quel di Verona (sindaco leghista): in questo secondo
caso, è ovvio, la gravità del fatto e la sua lugubre coloritura non possono
essere sottaciute. Ma la morale della favola nera è “Guarda che ragazzi idioti
e violenti ci sono”: senza determinismo politico (“Si sentiranno mica
incoraggiati da una destra xenofoba ed intollerante?”), o amministrativo: lo
sconcerto per i misfatti degli estremisti ultrà non prevede il gadget catodico
di ritratti di una città in piena insicurezza, e neppure imputazioni più o meno
esplicite al primo cittadino incapace di tutelare l’ordine. Un’assenza di
polemica politica dovuta a due fattori: a chi scrive la sceneggiatura dei
servizi (stipendiato o politicamente controllato dal prossimo Premier), e ad un
centrosinistra che non ha certo il pelo sullo stomaco per speculare su fattacci
simili: il che sarebbe una virtù morale prima che politica, con il piccolo
dettaglio che possedere tale virtù fa perdere le elezioni. Ognuno
avrà notato questo o quel pezzo di bravura di questo o quel telegiornale
post-elettorale. Io ho ammirato il servizio del Tg2 delle 13 di sabato
V(u)oto pneumatico
da L'Unità, 8 Maggio 2008
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