CHIARI DI LUNEDI'
SINTETICA FENOMENOLOGIA DEL
CANDIDATO SGHIGNAZZANTE A 5 STELLE
Il candidato sghignazzante l’abbiamo visto e lo vedremo: era sul palco a 5 Stelle di qualsivoglia non-comizio delle ultime amministrative; è sul palco a 5 Stelle di qualsivoglia raccolta firme per le prossime politiche; sarà sul palco a 5 Stelle di qualsivoglia non-comizio delle prossime politiche. Con due elementi costanti: Beppe Grillo davanti a lui e un grande spasso in lui che si traduce, per l’appunto, in un compiaciuto sghignazzare. Di fronte al Verbo spassosissimo e velenosissimo del non(più)-comico neo-Gesù che lì, sullo stesso palco, annuncia la nuova Era bastonando a parole tutti gli altri politici, tutta l’altra politica, il candidato sghignazzante non può fare altro: sghignazza. Come da definizione. Con lievi modulazioni espressive: uno sghignazzo ora sguaiato ora pudico a seconda, chissà, che faccia più o meno caldo, che ci sia la tv oppure no, che risuoni un “vaffa” o un concetto meno elegante. Forse, però, ad abitarlo non è solo un’ilarità di pancia e di testa, ma, non pienamente avvertito, in un recesso dell’animo, un sommesso sollievo: gli è andata bene. Grazie alle idee in cui crede, al blog che visita, è lì, sul palco, fra quelli giusti, gli unici puri, incontaminati, immuni, ergo la scampa: non è fra gli infetti del Sistema, più o meno umoristicamente manganellati a parole. È salvo, non facendo parte del resto della politica, che fa tutto – indifferentemente – schifo. Magari, essendo raziocinante, talvolta qualche dubbio lo sfiora: e se fosse saggio non generalizzare, distinguere, sfumare? Se non tutto il resto della politica facesse ugualmente schifo? Se non fosse riducibile a quella semplificazione brutale? Dubbi che subito scaccia: un sesto senso gli dice che sul palco a 5 Stelle è opportuno sghignazzare. E lui sghignazza, felice. l'Unità 07/01/13 Tutti i diritti riservati |