Se non fosse che già ci abito, chiederei asilo politico alla Liguria. Regione scampata alla padanizzazione del Nord (a quella del Centro stanno lavorando, magari iniziando a raccogliere firme per l'istituzione di Centri di identificazione ed espulsione di medici che prescrivono la pillola abortiva). Un sospiro di sollievo, quello che ho tirato a spoglio ultimato, propedeutico ad una riflessione un po' meno plumbea (perché fatta col cervello ossigenato da un buon flusso di voti) sul panorama politico nazionale del dopo-regionali. Ciò che si vede, oltre ad una destra trionfante, è un ridente paesaggio di editorialisti più o meno terzisti dediti ad un trafelatissimo saltare sul Carroccio del vincitore: "Sono radicati nel territorio!", è il mantra politologico d'ordinanza "e non hanno bisogno della televisione!", la sua variazione invariabile. Come se "essere radicati nel territorio", al di là dell'immagine sinistramente botanica di uomini-arbusti impiantati a terra ed incapaci di guardare in alto e muoversi in avanti, fosse di per sé garanzia di buona politica. Come se non ci fosse il rischio (perlomeno il rischio) che assorbire umori e malumori del posto, senza mai provarsi a filtrarli, a mescolarli con pensieri e valori di fuori, faccia male: non tutta l'acqua indigena è potabile, esistono falde freatiche inquinate. E come se il radicamento non fosse intermittente: territorialità assoluta (per non dire xenofoba) contro l'"invasione" degli immigrati; territorialità zero per l'arrivo delle centrali nucleari. Quelle saranno fatte accomodare. Certo, i neo-Governatori nordisti, in campagna elettorale, sono stati abili: un "sì!" all'atomo da ministri e deputati del governo del fare (arricchire l'uranio), e un "non qui da noi!" da candidati alla Regione. E con velocità estrema: in un attimo la schizofrenia era svanita. Giochino di prestigio possibile grazie ad un ritrovato per illusionisti: la tv. Altro che "e non hanno bisogno della televisione!": l'alleanza granitica col Padrone Unico dell'etere fa sì che i riflettori si accendano su temi comodi (la caccia agli stranieri) e restino spenti su quelli scomodi (la costruzione delle centrali). Sparate e spot su immigrati da vessare e moschee da non edificare; reticenze e omissis sulle scorie radioattive da smaltire. Agi che ci si può permettere quando l'Imperatore di Arcore, dall'alto del Suo Canale Unico, dirige le telecamere, chiude i talkshow e bivacca nei tiggì, trionfando così con i suoi alleati territoriali. Forti di un enorme consenso disinformato. Leghista radicato sul territorio l'Unità 07/04/10 Tutti i diritti riservati |