TG SERAFICI:
NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLLEONE
di Enzo Costa
Accidenti, che clima costruttivo! Mentre i tiggì Raiset si affannano a diffondere l’allarme sull’inaudita afa di luglio, gli stessi notiziari (Tg3 disfattista a parte) stanno accendendo i condizionatori per rinfrescare artificialmente l’aria irrespirabile che spira sul governo. Ed è per l’appunto un climatizzare a base di scenari edificanti, immagini positive, parole rassicuranti: non è successo nulla. O se è successo, è già passato, cari teleutenti, e tutto volge al meglio: il Premier – come al solito – lavora alacremente, e con l’interim dell’Economia si accinge ad ammaliare Bruxelles e l’Europa tutta. Il “genio” Tremonti e la sua tumultuosa defenestrazione stanno rapidissimamente passando in archivio: ora c’è il Bisunto in carne e (Baget Bozzo dixit) Spirito Santo che provvede direttamente a far tornare i conti, momentaneamente fuoriusciti. L’unità di crisi istituita a tempo di record nelle redazioni catodiche ha subito organizzato un reparto di protezione civile per maggioranze lesionate, che opera in due direzioni: il servizio Minimizzazioni passa la scolorina sulle brutte parole volate nella notte dei lunghi coltelli che hanno trafitto Tremonti; il servizio Esaltazioni mette l’evidenziatore sulle virtù taumaturgiche del Capo. Ovviamente supportato al meglio da una compagine più unita che mai. Se il Maestro Pionati, quando ancora volano stracci, contumelie e anatemi, parla con sublime talento di “spirito costruttivo” che aleggia tra le forze di governo, l’allieva Ida Peritore – sempre del Tg1 – non si perita di fare opera di decantazione del disastro decantando l’operosa ed instancabile attività del Presidente del Consiglio: ghe pensa lu. E del suo emozionante racconto non è solo il cosa che colpisce ma il come: la strepitosa Peritore non parla. Incalza con la voce. Procede spedita, stentorea come un cinegiornale Luce e sincopata come un bolero di Ravel arrangiato da una grande orchestra jazz. E così ti pare di vederlo, il Capo, che – finalmente sgravato della zavorra di un ministro dell’Economia geniale sì ma ostacolato ed avversato da alleati invidiosi – può fare fulmineamente tutto lui: manovrina, taglio delle tasse, magari (viene da pensare ascoltando l’aedo Ida) pure nuovi, mirabolanti miracoli. E se mai dovesse poi fare posto a Monti (il lumacone di Bruxelles), il merito sarà suo (del Capo), se le cose si raddrizzeranno. Oppure il demerito sarà suo (di Monti), se resteranno storte.
"Sopra la crisi il Capo campa, sotto la crisi il Capo non crepa" Dunque, la quiete, anzi, l’arcobaleno, dopo la tempesta, peraltro mai esistita. Parola dei tiggì Raiset. E ora torniamo a questa incredibile afa di inizio luglio.
da L'Unità 05/07/04 Tutti i diritti riservati |
INDICE:
3) Armi di distrazione di massa (2/1/2004) 2) Dizionario sragionato del 2003 (30/12/2003) 1) Totò, Tanzi e la banda dello scanner (24/12/2003)
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