UN BRIVIDO CORRE LUNGO LA SCHIENA:
,
ARRIVANO I TREMONTISTI
Quando l’ho rivisto in fugaci immagini dei tiggì, ho capito che era al meglio di sé: più tremontiano che mai, Tremonti in quel di Cernobbio. In una sola sequenza senza sonoro di una frazione di secondo, in cui lo si vedeva fra altre persone come si poteva vedere una comparsa di Ben Hur in una scena di massa, emanava fiumi di quel suo fluido speciale a base di gelida superiorità, schifato distacco e lucidità esoterica. Ancora una volta, dall’occhietto vispo sotto l’occhialino standard, o se preferite dall’occhietto standard sotto l’occhialino vispo, giungeva un messaggio forte e oscuro: “Sono qui, ma non mi meritate, meriterei ben altro, difatti sono già oltre, come del resto avevo detto”. Messaggio che è l’essenza sempiterna del Nostro, ma che ora, in versione lacustre, era tonificato da quel riapparire, dall’ansia di rivincita, da un proposito salvifico certo o quasi: fondare un movimento (5 Condoni?), una lista (commerciaLista?), un partito ad personam (olTremonti?). “O quasi”, perché, come poi ho letto, il fu ministro dice che per ora sta buttando giù un manifesto. Ma non avendo egli buttato giù (nel senso di digerito) la fine ingloriosa del suo lavoro governativo, la sua discesa in campo pare più inesorabile di una cartella pazza. La svelano la sua idea di un referendum sull’Europa (assai trendy), la fascinosa (minacciosa?) vaghezza delle sue ricostruzioni (la lettera della Bce che affossò il governo Berlusconi? “Ci fu un’autoregia”), e soprattutto la sua definitiva (allusiva? vendicativa?) liquidazione dei vecchi partiti: “legati a generali di anime morte divenuti marionette di se stessi”. Mi sono venuti i brividi. Pensando a partiti simili, e pure al partito di Tremonti. Specie se i tremontisti, anche antropologicamente, somiglieranno al leader. l'Unità 17/09/12 Tutti i diritti riservati |